Nel cuore delle colline e delle aree montane siciliane, prende forma un ambizioso progetto dimostrativo che punta a rivoluzionare la filiera brassicola regionale: “Inserimento del luppolo nella filiera brassicola”. Promosso dall’Ente Sviluppo Agricolo della Regione Sicilia, il progetto si inserisce all’interno della Focus area 2b, mirata al supporto all’innovazione di processo e di prodotto, e rappresenta un importante tassello nel percorso verso l’autosufficienza e l’identità produttiva del comparto birrario siciliano.
Obiettivo: chiudere la filiera brassicola regionale
L’iniziativa nasce dalla crescente consapevolezza dell’importanza di una filiera brassicola interamente siciliana, basata su materie prime coltivate e trasformate localmente. Oggi, la Sicilia vanta circa quaranta birrifici artigianali, dei quali una decina sono birrifici agricoli che utilizzano orzo e grani antichi coltivati in loco, dando vita a prodotti unici e fortemente legati al territorio.
Tuttavia, uno degli ingredienti fondamentali per la produzione della birra – il luppolo – resta ancora fortemente dipendente dalle importazioni, con il 95% del fabbisogno italiano soddisfatto da paesi del Nord Europa, in primis la Germania. È quindi evidente che, per poter realmente parlare di una birra “100% Born in Sicily”, la coltivazione e la trasformazione del luppolo devono trovare casa sull’isola.
Innovazione e sostenibilità: l’approccio dell’ESA
Il progetto dell’ESA mira non solo a promuovere la coltivazione del luppolo nelle aree collinari e montane della Sicilia, ma anche a sviluppare una filiera post-raccolta, con l’introduzione di tecniche di lavorazione, essiccazione e conservazione del luppolo adatte al contesto climatico siciliano. L’intervento guarda quindi all’intera catena del valore, dal campo al birrificio.
Questa nuova iniziativa si affianca al recente progetto “Inno.Malto” – anch’esso promosso dall’ESA in collaborazione con partner pubblici e privati – che ha affrontato l’altro ingrediente fondamentale della birra: il malto. “Inno.Malto”, finanziato attraverso la Misura 16 – Cooperazione, sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2022, ha avuto come obiettivo la caratterizzazione di un malto tipico siciliano, attraverso pratiche agronomiche innovative e processi di trasformazione sostenibili.
Un comparto in forte crescita
Negli ultimi dieci anni, il comparto brassicolo in Sicilia ha vissuto un vero e proprio boom, testimoniato dalla nascita di numerosi birrifici e dall’interesse sempre maggiore per produzioni legate al territorio. La birra artigianale siciliana non è più solo una moda, ma una realtà economica in crescita, in grado di attrarre turisti, valorizzare le produzioni agricole locali e creare occupazione nelle aree interne.
L’inserimento del luppolo nella filiera rappresenta quindi l’ultimo miglio verso l’autenticità totale del prodotto. Un passo decisivo per distinguere la birra siciliana non solo per qualità e gusto, ma anche per origine e identità.
Uno sguardo al futuro
Il progetto dell’ESA dimostra come innovazione, cooperazione e valorizzazione del territorio possano andare di pari passo. Con l’integrazione del luppolo nella filiera, la Sicilia si prepara a diventare non solo terra di vini e oli d’eccellenza, ma anche regione di riferimento per la birra artigianale agricola mediterranea.
Una birra che non solo racconta il sapore della Sicilia, ma che nasce, cresce e si completa interamente sul suo suolo.
Elena Grasso