Da Palermo a Parigi e New York, la passione del Duca diventa impresa

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L’Aquila dello stemma di Palermo ed il Genio della sua storia pagana, l’elefante nano siciliano, frutti e animali del giardino di Villa Niscemi rifugio della sua infanzia felice, sono i ricordi che Fulco di Verdura trasforma in gioielli preziosi di ambre, smeraldi, rubini, perle barocche e diamanti che catturano luce e colori della sicilianità. Diventano oggetti del desiderio di donne celebri, ornamenti che parlano altrove di nostalgie storiche e familiari palermitane dove inizia il gioco della vita.

Lui è Fulco Santostefano Duca di Verdura, marchese Murata la Cerda e principe di Niscemi, nato nel 1899 a Palermo in una delle più importanti famiglie aristocratiche della Sicilia dalla quale eredita i titoli e un patrimonio ormai dissestato dal padre.

Fulco Santostefano Duca di Verdura con Coco Chanel

Coevo di Tomasi di Lampedusa del quale è cugino, come lui narra il tempo siciliano; Tomasi sulle pagine del celebre romanzo Il Gattopardo, Fulco in rappresentazioni preziose, quei gioielli che ne diventano ambasciatori nel mondo.

Fulco è determinato, non si arrende alla decadenza del dissesto finanziario, sfida le convenzioni con l’innata eleganza e coglie opportunità mondane e amicizie influenti grazie alle quali realizza la sua idea di arte.

Conosce Cole Porter e partecipa all’esclusivo Bal Oriental, tenuto dall’erede di patrimoni terrieri e argentieri Don Carlos Beistegui y de Yturbe, nel suo barocco Palazzo Labia a Venezia, presente l’ high society tra cui l’Aga Khan, Orson Welles, Jacques Fath con la moglie Geneviève Regina Luna, Marella Caracciolo futura Agnelli, l’ereditiera Barbara Hutton, Dorothy Cooper, i Rothschild e i Radziwill, Gene Tierney, Leonor Fini, Farouk d’Egitto, Elsa Schiaparelli, Deborah Mitford, Cecil Beaton, Doris Duke, Jacqueline de Ribes, l’aristocratica inglese Daisy Fellowes, Winston Churchill e i duchi di Windsor.

Organizza un altrettanto evento sfarzoso e memorabile nel suo Palazzo a Palermo, spende le ultime risorse e si trasferisce a Parigi portando con sé passione e creatività.

Un estro, coniugato al ricordo della sua terra dalla quale non si separerà mai, che affascina Cocò Chanel per la quale disegna i gioielli di impronta bizantina. Rompe con il designer di moda e offre lo stile e l’eleganza dell’oro con le pietre preziose.

È l’occasione per raccontare la croce di Malta ed il legame con la Russia, Cocò Chanel la aveva ricevuta in dono dal duca Dimitri, nei bracciali di smalto bianco o nero sui quali la incastona con gemme colorate. Le spille Teodora e Ravenna conquistano la fashion editor Diana Vreeland, le spille di conchiglia e gemme sono disegnate per Wally Simpson, originali monili preziosi sono scelti da Greta Garbo, Joan Crawford,  Barbara Hutton, Katherine Hepburn, Lana Turner, Lauren Bacal, ma anche i principi Ruspoli, la duchessa di Windsor, e la principessa Diana, Jackie Kennedy, gli Agnelli, gli Astor, i Wanderbildt, i Rotschild.

Quando nel 1934 Fulco si trasferisce a New York con Baron Niki de Gunzburg e la principessa Natalie Paley, incontra il gioielliere Paul Flato, Jeweler to the Stars, che lo assume come capo designer. Sono gli anni in cui crea per la moglie di Cole Porter la incredibile collana Belt di acquamarine e rubini e il portasigarette in diamanti, rubini e zaffiri che, tra i 20 portasigarette ideati, è secondo Vogue, il gingillo più chiacchierato della città.

Disegna il braccialetto e l’orologio Curb-Link, indossati da Greta Garbo.

Nello stesso giorno in cui scoppia la seconda guerra mondiale in Europa Fulco apre la sua maison sulla Fifth Avenue di New York.

Si impone con la spilla Wing in topazio rosa e diamanti indossata poi da Joan Fontaine nel film di Hitchcock Suspicion del 1941, con la collezione di conchiglie marine dell’American Museum of Natural History di New York che fa brillare di pietre preziose a ricordo della spiaggia palermitana di Mondello.

Aperto a nuove suggestioni crea gli orecchini Target, amati da Millicent Rogers e Dorothy Paley e con l’amico Salvator Dalì, nel 1940, i cinque pezzi storici esposti e venduti al Museum of Modern Art di New York, tra cui il portasigarette in oro su miniatura di Dalì animato da uno scarabeo, legame con il suo giardino di Villa Niscemi.

Anche il nastro della spilla Wrapped Heart è memoria di infanzia quando nel porto di Palermo osservava i pescatori che riparavano le reti e imparava l’arte delle corde nautiche.

Si annodano gli elementi in oro del suo braccialetto Double-Crescent indossato nel 1944 dalla fondatrice della General Foods, Marjorie Merriweather Post e poi da Diana, Principessa del Galles.

Fulco si concede una prova d’arte con miniature di dimensioni simili a un gioiello che mostra alla Iolas Gallery di New York City, ma torna alla passione e nel 1955 disegna la tiara “Feather Headdress che la moglie di John Hay Whitney, nominato ambasciatore degli Stati Uniti nel Regno Unito, indossa al ballo di Buckingham Palace, icona della storia americana.

Non può sottrarsi alla collaborazione nel 1963 con Luchino Visconti nella realizzazione filmica de Il Gattopardo, scritto dal cugino siciliano. Poi il duca lascia la sua attività al socio Giuseppe Alfano, si trasferisce a Eaton Square a Londra e scrive le memorie, perdute e sempre rincorse, del suo tempo felice, The happy summer days. A sicilian childhood.

La sua solitudine si conclude nel caveau di famiglia al Cimitero di Sant’Orsola a Palermo quando muore a 79 anni.

Rimangono i gioielli di fama internazionale a raccontarne l’anima, impreziosita dai colori della cultura siciliana. il patrimonio dei diecimila disegni d’arte e la sua azienda nel 1983 diventano l’idea imprenditoriale americana E.J. Landrigan

Mariolina Frisella

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