La Confederazione dei Gran Priorati Autonomi è venuta a conoscenza, tramite Il Fatto Quotidiano, dell’inchiesta giornalistica firmata da Thomas Mackinson che solleva pesanti interrogativi sulla gestione patrimoniale e morale dello SMOM – Sovrano Militare Ordine di Malta, congregazione ufficiale riconosciuta dalla Santa Sede.
Cogliamo l’occasione per chiarire con fermezza la nostra totale distanza morale, statutaria e istituzionale dallo SMOM, e per riaffermare la natura autonoma e distinta della nostra Confederazione.
“Desideriamo sottolineare, con il massimo rispetto per ogni realtà cavalleresca – dichiara il Gran Maestro, S.E. Giusepp Madia – che noi non siamo i Cavalieri di Malta, se con questo termine si intende l’Ordine attualmente posto sotto l’egida della Santa Sede, ovvero lo SMOM. Non condividiamo né lo statuto, né la natura giuridica, né la direzione organizzativa o morale di quell’ente. La nostra storia e la nostra missione sono diverse.”
Il nome “Cavalieri di Malta” è un retaggio geografico, poiché l’Ordine, storicamente nato in Terra Santa come Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, passò per l’isola di Malta, da cui prese nome in una fase successiva. Ma non nacque a Malta. La Confederazione dei Gran Priorati Autonomi si richiama esplicitamente alla costituzione originaria dell’Ordine Giovannita, quella animata dalle virtù teologali di fede, speranza e carità, con un unico obiettivo: portare aiuto concreto e spirituale a chi è in difficoltà.
“Noi non siamo una realtà patrimoniale o immobiliare, ma una comunità cavalleresca, votata alla solidarietà. Ogni nostro evento, ogni nostra attività ha come fine il bene comune, senza alcuna forma di profitto personale. “
Un chiarimento anche storico
Oltre alla differenza di spirito e di condotta, esiste anche una distinzione storico-istituzionale. Nel 1798, con l’occupazione di Malta da parte di Napoleone, l’Ordine si divise:
- Una parte dei cavalieri rientrò nei rispettivi paesi, un’altra parte si fermò in Italia, accettando la protezione del Papato che nominò Tommasi come Gran Maestro. Da quel momento iniziò la trasformazione nell’attuale SMOM.
- Un’altra parte elesse lo Zar Paolo I di Russia come 70° Gran Maestro, mantenendo la fedeltà alla costituzione originale dell’Ordine di San Giovanni, che noi riconosciamo come la vera continuità storica.
Pertanto, la numerazione dei Gran Maestri dello SMOM non può essere considerata continuativa rispetto a quella dell’Ordine originario, che è invece custodita da coloro che hanno preservato l’indipendenza e la spiritualità dell’antica regola cavalleresca.
I fatti riportati dal Fatto Quotidiano
L’inchiesta pubblicata da Il Fatto Quotidiano – intitolata “La corte di Fra’ Jet” – descrive un sistema fatto di spese lussuose, jet privati, stipendi esorbitanti, gestione opaca di un patrimonio immobiliare milionario e distacco dalla povertà votata. Un quadro che solleva domande legittime sull’effettiva coerenza con la missione storica dell’Ordine di Malta.
Nel servizio si parla di 919 immobili solo in Italia, di spese di rappresentanza che superano i 10 milioni di euro all’anno, e di rendite inferiori ai valori di mercato. Alcuni volontari continuano a operare con spirito di sacrificio, ma l’apparato centrale – secondo l’inchiesta – appare più simile a una “corte principesca” che a un ordine di carità.
“Questi fatti – conclude il Gran Maestro Madia – non ci riguardano, ma ci spingono a ribadire con forza i nostri principi. Da sempre ci impegniamo in modo trasparente e disinteressato, con progetti reali a favore degli ultimi, senza mai perdere di vista lo spirito evangelico dell’Ordine. Non c’è cavalleria senza servizio, né onore senza carità.”