Dopo tre mesi di navigazione e oltre 1.500 miglia percorse (circa 3.000 km), ha fatto ritorno a Milazzo la barca a vela Cassiopea, capitanata dal biologo Carmelo Isgrò. Skipper, istruttore di vela FIV e SEA BEYONDer per il progetto SEA BEYOND (promosso dal Gruppo PRADA e UNESCO-IOC), Isgrò ha alle spalle un’importante carriera tra regate su derive e barche d’altura, tra cui due vittorie nella prestigiosa regata internazionale “Siracusa-Malta”.
Ad accompagnarlo in questo viaggio – fisico, simbolico e interiore – il suo inseparabile cane. Come un moderno Ulisse, Isgrò racconta di essere tornato “stanco ma felice”, arricchito da nuove lezioni che solo il mare sa impartire. E lui che conosce le battaglie per i suoi ideali, sa bene quanto non ci si possa mai ritenere ‘arrivati’ e una volta intrapreso un cammino, ce n’è pronto un altro, e poi un altro ancora; sì perchè la vita è un viaggio, e simbolicamente, un viaggio di conoscenza il cui scopo è quello di imparare a rispettare madre terra e i suoi abitanti.
Il legame tra Carmelo Isgrò e il mare è profondo e personale. La sua storia si intreccia con quella del capodoglio Siso, ucciso da plastica ingerita e da una rete illegale impigliata alla pinna caudale. Proprio Siso è diventato simbolo di una battaglia per la consapevolezza ambientale: il suo scheletro è oggi custodito al MuMa – Museo del Mare di Milazzo, fondato dallo stesso Isgrò e divenuto meta internazionale per migliaia di visitatori. Così, questo nuovo viaggio in barca a vela, con Cassiopea, si inserisce nel percorso di sensibilizzazione e salvaguardia del mare che Carmelo porta avanti da anni, e che oggi si trova a condividere con gli obiettivi del “Decennio del Mare” delle Nazioni Unite.


Cassiopea non è solo una barca. È un simbolo, un’idea, un laboratorio galleggiante di sostenibilità. Nata negli anni ’70, costruita in legno con la cura e l’ingegno che appartengono ad altri tempi, è una EC26, progettata dal celebre architetto navale Epaminonda Ceccarelli.
Il restauro è avvenuto in totale rispetto della sua storia e della sua anima, e reso ancora più incisivo grazie all’incontro con Giovanni Ceccarelli, figlio del progettista e oggi tra i più noti designer nautici italiani, già Principal Designer in due sfide dell’America’s Cup. Una barca d’epoca, ma non una fra le tante; una storica VI Classe IOR, che aveva trionfato nel 1973 alla Semaine Internationale de La Rochelle in Francia. Una regina del mare dimenticata, pronta a risorgere.
Un’emozione unica che conduce Salvatore Molino, l’allora proprietario, a donare la barca al MuMa – Museo del Mare di Milazzo, dove avrebbe potuto rinascere con una nuova missione: raccontare il mare, proteggerlo, educare alla bellezza e al rispetto.
E così è stato. Oggi Cassiopea naviga ancora, ma lo fa in modo diverso. Non insegue più trofei, ma porta avanti una sfida ben più grande: quella della sostenibilità.
La barca è stata trasformata in un’unità completamente green:naviga spinta dal vento, produce energia con un generatore eolico e un idrogeneratore che sfrutta le correnti marine, cattura il sole con pannelli solari che alimentano un motore elettrico (utilizzato nei porti) e un piccolo desalinizzatore, che fornisce acqua potabile senza dover ricorrere a bottiglie di plastica. Un esempio concreto e tangibile di come la tradizione e l’innovazione possano coesistere, nel rispetto dell’ambiente.

Il progetto è stato reso possibile grazie al supporto del Gruppo PRADA, nell’ambito di SEA BEYOND, il programma educativo realizzato in collaborazione con la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO (UNESCO-IOC). Un’iniziativa che ha coinvolto enti di ricerca, scuole, associazioni e aziende, trasformando Cassiopea in una barca testimone: ambasciatrice di un futuro possibile, fatto di conoscenza e consapevolezza.
“È stata un’Odissea moderna – racconta Isgrò – un’avventura che mi ha insegnato moltissimo: il valore della lentezza, della rinuncia, dell’essenzialità… tutti ingredienti indispensabili per un futuro davvero ecosostenibile.”
E così Cassiopea è tornata a solcare il mare. Non più per gareggiare, ma per guidare. Non per vincere, ma per insegnare.
Elena Grasso