Da anni ci viene detto che le creme solari proteggono la pelle da scottature, invecchiamento e persino dai tumori cutanei. I dermatologi ne raccomandano l’uso con convinzione, tanto che l’uso della protezione solare è ormai considerato un gesto quasi obbligato prima di esporsi al sole. Ma cosa sappiamo davvero di ciò che spalmiamo sulla nostra pelle?
Negli ultimi anni, studi sempre più numerosi mettono in discussione i benefici delle creme solari, evidenziando rischi tutt’altro che trascurabili, legati soprattutto ai loro ingredienti chimici.
Cosa contengono davvero le creme solari?
Le creme solari si basano su filtri UV che possono essere chimici o fisici. I filtri chimici – come Avobenzone e Octocrylene – assorbono i raggi UV, ma nel farlo possono generare radicali liberi, molecole instabili capaci di danneggiare il DNA e favorire l’invecchiamento cutaneo o addirittura mutazioni cancerogene.
Non solo: molti di questi filtri vengono assorbiti dalla pelle e possono entrare nel flusso sanguigno. Alcuni studi europei hanno rilevato tracce di queste sostanze nel latte materno, sollevando preoccupazioni su possibili effetti estrogenici e interferenze sul sistema ormonale.
Reazioni allergiche e problemi dermatologici
L’instabilità dei filtri chimici esposti al sole può causare dermatiti, reazioni fotoallergiche e persino acne solare. Inoltre, l’uso eccessivo di creme solari può paradossalmente aumentare il rischio di invecchiamento cutaneo: chi si sente “protetto” tende a rimanere al sole più a lungo, esponendo la pelle agli effetti negativi dei raggi UV per un tempo prolungato.
Bambini: i più vulnerabili
L’uso delle creme solari sui bambini è ancora più controverso. La loro pelle, più sottile e permeabile, assorbe facilmente le sostanze chimiche, che possono accumularsi nell’organismo. In particolare, si teme l’impatto sullo sviluppo del sistema riproduttivo, ancora in formazione. Le direttive europee suggeriscono di non esporre i bambini al sole diretto e di proteggerli con abbigliamento, cappellini e occhiali, evitando del tutto l’uso delle creme.
Una fotoprotezione diversa è possibile
La vera fotoprotezione non si spalma: si indossa. Magliette, cappelli, occhiali da sole e brevi esposizioni sono strumenti semplici ma efficaci per proteggersi in modo sano. Per le zone scoperte, si può valutare con attenzione l’uso di prodotti a base di filtri fisici, come l’ossido di zinco, purché non in forma di nanoparticelle, per evitare assorbimento cutaneo.
Non si tratta di demonizzare tutte le creme solari, ma di usarle con maggiore consapevolezza, soprattutto nei bambini. Informarsi sugli ingredienti, ridurre l’esposizione solare e adottare metodi alternativi di protezione può fare davvero la differenza per la nostra salute.