Il Bianco nella Moda, il Lusso della Sottrazione

Elena Grasso
Elena Grasso - EG Communication
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Tra le infinite possibilità offerte dalla moda estiva, il bianco si distingue come una delle scelte più sicure e versatili, al pari del nero. È il colore ideale per chi desidera affrontare la stagione calda con uno spirito leggero e spensierato, ma senza rinunciare all’eleganza.

Essenzialmente neutro, il bianco si adatta a ogni stile: minimalista, romantico, bohémien, sportivo o classico ma, attenzione, nonostante la sua apparente semplicità, è un colore che richiede un pò più attenzione. Rispetto al nero, infatti, il bianco tende a riflettere la luce e a enfatizzare i volumi, per cui si consiglia, per ottenere un effetto più armonioso, di indossarlo su silhouette snelle o ben bilanciate. Ma non si tratta solo di corporatura: tagli strategici, tessuti strutturati e accessori mirati possono fare la differenza anche su fisici diversi.

Una mise bianca lineare, con scollature discrete dal gusto bon ton, può diventare un vero passepartout: basta giocare con gli accessori — sandali, borse, cinture, gioielli — per trasformarla di volta in volta, adattandola a occasioni diverse, dal pranzo al mare alla cena elegante. Il bianco è il colore della libertà creativa, quello che ti consente di cambiare senza dover stravolgere.

Una scelta estetica, ma anche simbolo culturale e spirituale; nell’antico Egitto, le vesti bianche erano spesso associate ai faraoni e ai sacerdoti come segno di purezza, potere e connessione con il divino. Anche nell’antica Grecia il bianco era presente nelle tuniche fluide, mentre nella Roma imperiale la toga candida rappresentava la cittadinanza romana e l’ideale morale del cittadino.

Con l’avvento del Cristianesimo, il bianco assume un valore ancora più spirituale: diventa il colore della luce divina, della rinuncia ai beni terreni e della purezza d’animo. Monaci, vescovi e religiosi ne fanno uso, e durante il Medioevo le vesti bianche rappresentano virtù e sacralità.

Nel Rinascimento, il bianco riacquista anche un ruolo estetico e culturale. Lo vediamo nei dipinti di Botticelli, come nella celebre Primavera, dove le figure allegoriche sono avvolte in veli bianchi che evocano l’antichità classica e la bellezza ideale. Qui il bianco è colore della trasfigurazione, della luce e della verità.

Nel mondo della moda contemporanea, il bianco è stato protagonista nelle collezioni di alcuni tra i più grandi stilisti. Gianfranco Ferré, architetto della moda, lo ha usato per creare silhouette pulite, rigorose e raffinate, rendendolo un segno distintivo della sua estetica. Il bianco, per Ferré, era sinonimo di struttura e chiarezza.

La Maison Margiela, invece, ha scelto il bianco come base concettuale: un “non colore” che racchiude tutti i colori, una tela bianca su cui riscrivere ogni volta un’identità diversa. Per la casa di moda belga, il bianco rappresenta l’inizio, l’azzeramento, l’esplorazione continua.

Qui, il colore non è solo una scelta estetica, ma anche etica, riflette la luce e diventa veicolo di respiro. Il bianco racconta l’essere, è potente ma democratico, flessibile, capace di mutare forma adattandosi alla pelle di chi lo indossa.

È leggerezza, è luce, è libertà. Indossarlo in estate significa abbracciare la semplicità raffinata, il lusso della sottrazione, e lasciarsi avvolgere da un’eleganza senza tempo. Perché in un mondo che spesso grida, il bianco sussurra. E proprio per questo, resta indimenticabile.

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