Prevenire è nutrire: come l’alimentazione consapevole può ridurre il rischio di molte malattie

Elena Grasso
Elena Grasso - EG Communication
6 minuti di lettura

Nel mondo moderno, dove il cibo è spesso veloce, industriale e iper-processato, l’idea che l’alimentazione possa essere la prima medicina sembra a volte dimenticata. Eppure, sempre più studi scientifici, insieme a un crescente movimento di ritorno alla consapevolezza alimentare, confermano un principio semplice e potente: molte malattie si possono prevenire, o almeno attenuare, attraverso ciò che mangiamo.

La consapevolezza comincia dall’origine

Tutto parte dalla conoscenza: sapere cosa mangiamo è il primo passo per prenderci cura di noi stessi. La provenienza dei cibi, il modo in cui sono stati coltivati o allevati, il rispetto della stagionalità e l’assenza di trattamenti chimici diventano criteri fondamentali per una scelta alimentare più sana e sostenibile. Mangiare seguendo la stagionalità non solo garantisce maggiore freschezza e nutrienti, ma riduce anche l’impatto sul nostro organismo.

Glutine, farine e nuove consapevolezze

Negli ultimi anni si è molto discusso del glutine, spesso demonizzato a ragione. In realtà, il problema maggiore risiede nella quantità e nella qualità: il glutine presente nelle farine moderne, spesso raffinate e di grano modificato, è molto diverso da quello di cereali antichi o di coltivazioni naturali. Per molte persone, ridurre il glutine o sostituirlo con farine naturalmente prive di glutine (come grano saraceno, miglio, riso integrale, quinoa) può significare meno infiammazione e più energia.

Frutta secca, ma non tostata

Un piccolo grande gesto: preferire frutta secca al naturale e non tostata o salata. Questo consente di mantenere intatti grassi buoni e micronutrienti come vitamina E, magnesio e zinco. Inserirla nella dieta quotidiana aiuta a sostenere il sistema nervoso, il cuore e l’energia mentale.

Meno carne, più etica e salute

La diminuzione drastica del consumo di carne che sta avvenendo negli ultimi anni, in particolare quella rossa e lavorata, è legata sia a motivazioni etiche che scientifiche. Studi sempre più numerosi collegano l’eccesso di proteine animali a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, tumori e disturbi metabolici. Non si tratta solo di eliminare, ma di riequilibrare, dando spazio anche proteine vegetali, legumi, cereali integrali, verdure. Dal punto di vista etico invece la scelta di eliminare la carne dall’alimentazione risiede nel proprio percorso di vita, evolutivo e spirituale; per molte persone infatti, l’uccisione di altri esseri viventi è un atto ingiusto e contro il rispetto della natura. Infine, per altre persone, dal punto di vista energetico, ingerire carne di un animale morto, significa trasmettere nel proprio organismo sostanze tossiche che contribuiscono ad abbassare i livelli di vitalità.

Addio salumi e zuccheri raffinati

Salumi e zuccheri raffinati sono tra i principali nemici silenziosi del benessere: ricchi di additivi, sale, zuccheri e grassi saturi, contribuiscono a infiammazione cronica, sovrappeso, disturbi intestinali e alterazioni dell’umore. La loro eliminazione può portare a un miglioramento quasi immediato della vitalità fisica e mentale.

Il ruolo dell’integrazione vitaminica

In un mondo in cui l’alimentazione, pur attenta, può non bastare a coprire i fabbisogni di tutti, l’integrazione di vitamine può rivelarsi fondamentale. La vitamina D, spesso carente, è cruciale per il sistema immunitario e l’umore; la vitamina C sostiene la risposta immunitaria e la produzione di collagene; la vitamina A protegge vista, pelle e mucose.

I latticini: meno è meglio?

Anche il consumo di latticini è oggetto di ripensamento. In molte persone, soprattutto adulte, la digestione del lattosio diventa problematica e può generare infiammazioni o stanchezza. Una riduzione mirata, accompagnata da alternative vegetali non industriali, può facilitare un miglior equilibrio digestivo.

Un nuovo concetto di dieta: individuale, dinamico, energetico

Per anni si è parlato della dieta mediterranea come modello ideale, ricca di vegetali, olio extravergine, pesce, cereali integrali, con un apporto calorico che prevedeva il 50% del fabbisogno provenire dai carboidrati, il 30 % da proteine e il 10% da grassi. Questo schema risulta oggi obsoleto, perchè si è visto che è bene ridurre ulteriormente la quantità di carboidrati ed aumentare le proteine e le vitamine per la costruzione delle cellule. E’ anche vero, tuttavia, che non esiste una dieta perfetta per tutti. Ogni individuo ha esigenze diverse, che dipendono dalla propria storia, genetica, ambiente e stato psicofisico. La nuova sfida è quella di costruire una nuova consapevolezza, che non guardi solo al peso, ma anche all’energia, alla lucidità mentale, all’equilibrio ormonale e immunitario.

Il cibo è molto più di nutrimento: è una scelta quotidiana di consapevolezza, prevenzione e amore verso se stessi. Attraverso un’alimentazione equilibrata, naturale e personalizzata, possiamo non solo ridurre il rischio di malattie, ma anche vivere con più energia, più presenza e più armonia con l’ambiente che ci circonda.

Cambiare si può. E si comincia da ciò che mettiamo nel piatto.

Sponsor

Elena Grasso
By Elena Grasso EG Communication
Seguici
Business journalist and event planner presso EG Communication
Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *