La Chiesa dell’Itria a Ragusa: origini antiche e legami con l’Ordine

Elena Grasso
Elena Grasso - EG Communication
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Un tesoro di storia e devozione

Nel cuore di Ragusa Ibla, tra le strette stradine che raccontano secoli di storia e cultura, sorge la Chiesa dell’Itria, un gioiello architettonico che affonda le sue radici nel XIV secolo. Legata indissolubilmente all’Ordine dei Cavalieri di Malta, la chiesa non è solo un luogo di culto, ma anche un testimone silenzioso delle vicende che hanno attraversato la Sicilia medievale e barocca.

La fondazione della Chiesa dell’Itria risale con ogni probabilità al 1391, nel cuore dell’antico quartiere ebraico di Ragusa, noto come “Cartellone”. In questo contesto multiculturale e vivace, i conti Chiaramonte, signori di Modica, istituirono la Commenda di Modica-Randazzo, affidandola all’Ordine dei Cavalieri di Malta. La presenza dell’Ordine è ancora oggi riconoscibile grazie alle croci ottagone scolpite sul portone d’ingresso, sulla cantoria dell’organo e sull’altare maggiore.

Inizialmente, la chiesa era dedicata a San Giuliano l’Ospedaliere, santo patrono dei pellegrini e degli ammalati. Accanto all’edificio sacro sorgeva un hospitium, un rifugio per viandanti e bisognosi, nel pieno spirito caritatevole dell’Ordine.

La devozione alla Madonna dell’Itria

Nel tempo, tuttavia, l’intitolazione della chiesa mutò. Al suo interno si venerava una raffigurazione della Madonna dell’Itria, derivazione siciliana del culto orientale della Odigitria (dal greco “colei che indica la via”). Questa devozione si radicò profondamente nel cuore dei fedeli, tanto che la chiesa assunse definitivamente il nome di Santa Maria dell’Itria, affermandosi come punto di riferimento spirituale per l’intera comunità.

Ricostruzione e splendore barocco

Tra il 1629 e il 1639, la chiesa fu oggetto di un’importante ricostruzione, che le conferì un’impronta barocca, arricchendola di nuovi elementi architettonici e decorativi. L’interno fu impreziosito da colonne in pietra bianca, che sorreggono archi e navate, e da festoni di mandorlo scolpiti, che simboleggiano la rinascita e la purezza.

Nonostante il devastante terremoto del 1693 che colpì gran parte della Sicilia sud-orientale, la Chiesa dell’Itria subì danni minimi. Questo evento segnò però l’inizio di un nuovo capitolo: nei decenni successivi, l’edificio venne ampliato e ulteriormente abbellito, consolidando il suo ruolo di spicco nel panorama religioso e artistico di Ragusa.

Un’eredità viva

Oggi, la Chiesa dell’Itria è uno dei monumenti più significativi di Ragusa Ibla, testimone di una lunga tradizione religiosa, cavalleresca e artistica. La sua storia, intrecciata con quella dell’Ordine di Malta e della nobiltà siciliana, riecheggia tra le sue mura, mentre le decorazioni barocche e le croci maltesi continuano a raccontare storie di fede, accoglienza e devozione.

Visitare la Chiesa dell’Itria non significa solo ammirare un capolavoro dell’arte barocca siciliana, ma anche immergersi in una narrazione secolare, fatta di incontri, simboli e memorie condivise.

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