Il Sogno democratico dell’Europa Federale, quando a parlare non sono i fatti

5 minuti di lettura

Nei giorni scorsi a Roma, ad una manifestazione per l’Europa, è stato distribuito un testo scritto a Ventotene nel 1941. Il Presidente del Consiglio lo ha letto e commentato in sede parlamentare. Ed è stata polemica in una delle ormai annunciate tensioni politiche tra opposizione e governo. Questi i fatti in cronaca.

Se pro-vocare significa dare voce,  in quella manifestazione una parte ha pro-vocato sostenendo il testo su come impostare l’Europa unita stante una condizione storica superata, l’altra ha espresso la sua opinione attuale.  

Il tema? Al di là di fazioni politiche, verte sull’idea di come costruire o ricostruire l’Europa o, quanto meno, del perché reimpostare la politica estera.

Tale idea non più fondante è evidentemente strategica: già nel V secolo a.C.  nella filosofia greca appare per la prima volta il nome Europa e il mito della ninfa Europa, che Zeus rapisce in Oriente e porta in Occidente. I Romani vi avevano pensato un territorio dove si incrociavano geografia e cultura tenuto insieme dall’Impero. Venivano ereditati i percorsi del pensiero di una democrazia intesa quale valore di cittadinanza, della conversione al cristianesimo che dall’imperatore romano Costantino nel IV secolo al XIII secolo avrebbe unito germani, scandinavi, slavi, ungheresi, perfino lituani  cristiani e di un modo della unità europea di diversi popoli che Carlo Magno ad oggi si continua a cercare. Ciascun teorico l’ha interpretata manifestando ciò che avrebbe voluto che diventasse. Prima del Manifesto di Ventotene, era stato il conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, un politico e filosofo austriaco, nel 1922 fondatore appunto dell’Unione Paneuropea.  Con il suo testo “Pan-Europa” infatti sarebbe stato il primo uomo politico a proporre un progetto di Europa tenuta insieme in una confederazione delle potenze europee con la garanzia reciproca della sovranità individuale e il rispetto delle loro diverse culture, in controtendenza agli ideali imperialistici e totalitar dell’epoca. Una sorta di guida tecnocratica alla quale si aggiunse subito dopo, nel 1941, la teoria del Manifesto il cui titolo in origine era “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”, scritta da autori dell’allora sinistra, Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, con il contributo di Eugenio Colorni che lo pubblicò,  chiamato di Ventotene che era l’isola dove erano stati confinati per motivi politici.

Vi si  auspicava “la definitiva abolizione della divisione dell’Europa in Stati nazionali sovrani” fondendo in un’unica comunità europea popoli di tradizioni, di razza e di lingua diverse, secondo una impostazione marxista della società e la convinzione di un internazionalismo proletario con previsti limiti alla proprietà privata. Si era nel 1941 per cui l’idea era: “Tutti gli uomini ragionevoli riconoscono ormai che non si può mantenere un equilibrio di Stati indipendenti con la Germania nazionalsocialista…”. Non si può trascurare il fatto che a quella proposta di una sorta di federalismo a certe condizioni sociali, l’allora partito comunista italiano isolò Altiero Spinelli, candidandolo nelle liste come indipendente, e di federalismo si cominciò a parlare solo negli anni ‘80/90.

Sono trascorsi 84 anni e sono intervenute grandi trasformazioni epocali, sotto il profilo amministrativo e sociologico come geopolitico. Di certo tale progettualità va letta nel processo storico di un pensiero che risponde alle condizioni del tempo in cui maturava, sia pure rappresentando un passaggio nel processo di istituzione europea.  A difesa degli interessi di tutti i popoli, ma occorrerebbe anche capirne meglio la loro posizione,  oltre che diffondere il testo di Ventotene ai manifestanti si dovrebbe diffondere un dossier comprensivo delle teorie storiche in quanto ciascuna può contenere un suggerimento opportuno,  o assumere i testi normativi attuali dell’UE per proporre eventuali fattibili modifiche alla luce della storia contemporanea.

Questo avrebbe un senso.

Sponsor

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *