L’acqua in Bottiglia meno sicura di quella del Rubinetto: la Ricerca della Weill Cornell Medicina

Elena Grasso
Elena Grasso - EG Communication
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Secondo uno studio recente condotto dai ricercatori della Weill Cornell Medicine, a Doha, Qatar, l’acqua in bottiglia potrebbe essere meno sicura di quella proveniente dal rubinetto, contrariamente a quanto molti credono. Nonostante la percezione diffusa che l’acqua in bottiglia sia più pura e sicura, i ricercatori avvertono che in realtà essa potrebbe contenere una serie di contaminanti che, a lungo andare, rappresentano un rischio per la salute.

Gli esperti hanno scoperto che in molti Paesi, tra cui gli Stati Uniti, l’acqua in bottiglia non è sottoposta ai rigorosi controlli di qualità e sicurezza. Questo implica che l’acqua in bottiglia potrebbe contenere sostanze pericolose che provengono dalle stesse bottiglie di plastica in cui è contenuta, un problema che non riguarda solitamente l’acqua del rubinetto, che viene trattata con metodi di depurazione avanzati.

Tra il 10% e il 78% dei campioni di acqua in bottiglia analizzati contiene contaminanti, tra cui microplastiche e sostanze chimiche come gli ftalati, utilizzati per rendere la plastica più resistente. Le microplastiche, particelle minuscole di plastica che si staccano dalle bottiglie durante il processo di produzione e stoccaggio, sono particolarmente preoccupanti. Studi precedenti hanno mostrato che la contaminazione da microplastiche può essere associata a effetti negativi sulla salute, come stress ossidativo, disregolazione del sistema immunitario e cambiamenti nel metabolismo dei grassi. Tali contaminazioni non solo costituiscono un rischio per la salute umana, ma anche per l’ambiente, data la difficoltà nel decomporre questi materiali inquinanti.

Il costo di questo problema si riflette su diversi fronti: la salute pubblica, l’ambiente e l’economia. La produzione e l’uso massiccio di bottiglie di plastica richiedono enormi risorse e contribuiscono all’inquinamento globale, mentre i rischi sanitari legati ai contaminanti nell’acqua potrebbero gravare sui sistemi sanitari nazionali.

Un’urgente rivalutazione

Questa situazione richiede una rivalutazione urgente dei benefici e dei rischi dell’acqua in bottiglia, soprattutto se si considera che in molte regioni del mondo l’acqua del rubinetto è altrettanto sicura – se non più sicura – dell’acqua in bottiglia. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 73% della popolazione mondiale ha accesso ad acqua potabile non contaminata, che viene trattata e monitorata per garantirne la qualità e la sicurezza.

In Italia, per esempio, l’acqua del rubinetto è trattata seguendo gli standard sanitari più elevati al mondo, addirittura superiori a quelli di Paesi come Singapore e il Regno Unito. Le normative italiane garantiscono che l’acqua che arriva nelle case sia sicura, priva di contaminanti e monitorata costantemente attraverso controlli rigorosi.

Questi dati ci spingono a riflettere sull’importanza di riscoprire l’acqua del rubinetto come alternativa sicura, conveniente e sostenibile. L’accesso a un’acqua potabile sicura è un diritto fondamentale, e in molti Paesi, come l’Italia, possiamo stare tranquilli riguardo alla qualità dell’acqua che beviamo ogni giorno.

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