Incuriosisce una riflessione stimolata dall’ecumenismo di Madre Teresa di Calcutta: se la preghiera comprende tutti perché l’ 84% della popolazione mondiale si divide in differenti fedi?
Testimoniano il bisogno di credere e pregare ragionando di un finito terreno e di un oltre affidandolo a Dio, ad oggi come scrive Statista, oltre 2,3 miliardi di cristiani, 1,9 miliardi di islamici e 1,16 miliardi di induisti, oltre 500 milioni di buddisti e 430 milioni di religioni legate a particolari etnie. E si prospetta, al Pew Research Center, il centro statunitense che traccia la mappa del credo nel mondo, che al 2060 i cristiani saranno il 32% della popolazione mondiale e gli Islamici aumenteranno dal 24% al 31% della popolazione mondiale. Dunque entrambi rappresenteranno i due poli maggiori. Tuttavia i cristiani sono divisi in Cristiani Cattolici e Cristiani Cattolici Ortodossi.
Le differenze trovano le loro radici storiche nella narrazione dell’uomo e nei condizionamenti che hanno generato le strutture gerarchiche perché almeno fino al Grande Scisma del 1054 la Chiesa ortodossa aveva condiviso la comunione con la Chiesa cattolica romana. Nell’evento del 1204 quando i Crociati attaccarono Costantinopoli, la più grande città cristiana del mondo, e dopo un duro assedio la devastarono dividendosi poi la maggior parte dei territori, maturarono controversie tra oriente e occidente su questioni teologiche, politiche e culturali, in particolare sul potere pontificio, fino ad arrivare allo scisma di Costantinopoli, nel 1504. Mentre Ungheria e Polonia si impegnarono a promuovere i dettami del Concilio, riunendo importanti comunità di ortodossi che da allora formano la Chiesa uniate, Chiese cattoliche con proprie tradizioni cristiane orientali soprattutto in Ucraina, Slovacchia e Transilvania, e le comunità bizantine mantennero proprie tradizioni liturgiche e teologiche.
La Chiesa ortodossa, “una, santa, cattolica e apostolica”, depositaria della fede cristiana originaria, fondata da Gesù Cristo, non riconosce un’autorità religiosa unica paragonabile al Papa che per i cattolici è l’unico discendente di Pietro, capo degli apostoli e rappresentante di Cristo in terra. Per l’ortodossia la missione di governare la propria chiesa attraverso sinodi locali è di ciascun vescovo in quanto successore degli Apostoli con mandato voluto da Cristo stesso quando creò la Chiesa. Il patriarca di Costantinopoli, analogo al vescovo di Roma e Sommo Pontefice, è considerato primus inter pares e capo spirituale di tutti i cristiani ortodossi.
Le fonti della fede ortodossa sono legate alle Sacre Scritture, agli insegnamenti dei Padri della Chiesa, ai principi dogmatici elaborati nei sette concili ecumenici storici, ai Sette Sacramenti, alla devozione verso la Vergine Maria, la Theotòkos Madre di Gesù-Dio, ai Santi.
Il Peccato Ancestrale, come definiscono il peccato Originale, colpa di Adamo ed Eva non contamina gli uomini che al peccato sono predisposti per loro natura, non riconoscono il dogma dell’Immacolata Concezione, ritenendo che Maria, concepita con il Peccato Originale, venne purificata nell’istante in cui Gesù fu posto nel suo grembo, non riconoscono il dogma della Assunzione di Maria, il battesimo che nel rito cattolico si celebra versando sul capo del battezzando l’acqua santificata, nel rito ortodossa dal greco baptisma, “immersione”, si celebra immergendo il battezzando per tre volte nell’acqua santificata per farlo rinascere in Cristo e assumere il nome che è quello di un santo.
Per la chiesa ortodossa non c’è un purgatorio-luogo a metà tra Paradiso e Inferno dove i peccatori scontano le proprie pene per purificarsi, Gesù ha salvato tutti, però c’è un viaggio che attraversa le stelle oltre la morte e presenta tappe diverse, le stazioni o le telonia, dove se sono state commesse azioni non buone gli spiriti malvagi esigono il pagamento di un dazio, se le anime sono state virtuose vengono sostenute dagli angeli.
Per quanto siano ormai diffuse senza confini netti, i cristiani ortodossi sono maggiormente presenti nell’ Europa sudorientale e orientale, a Cipro, in Georgia e in parti della regione del Caucaso, in Siberia e nell’ Estremo Oriente russo, nelle nazioni appartenenti nell’ex Unione Sovietica, principalmente in Russia dove simbolica è la Cattedrale di San Basilio, guidata dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Dal 2018, i vescovi russi in sinodo si sono staccati dal Patriarcato di Costantinopoli perché quest’ultimo ha voluto riammettere alla piena comunione la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Kiev scomunicata dal Patriarcato di Mosca, e per la stessa ragione non è più in comunione con il Patriarcato di Alessandria e le Chiese di Grecia e di Cipro. Ma tutti, dovunque siamo, rimaniamo un pensiero unico nella preghiera più semplice.
Mariolina Frisella