Il glutine, una proteina presente in molti cereali, è diventato un argomento di dibattito intenso nel panorama della medicina moderna. Se fino a qualche anno fa si parlava di intolleranza al glutine come una questione che riguardava solo i celiaci, oggi le voci di esperti, tra cui la Dott.ssa Maria Rosa di Fazio, pongono l’accento su un problema ben più ampio: il glutine danneggia il nostro corpo, anche se non siamo celiaci. E questo danno si verifica silenziosamente, spesso senza sintomi evidenti.
La Dott.ssa di Fazio, pur essendo una voce solitaria in un panorama medico ancora fortemente diviso, sostiene una posizione forte e scientifica contro il consumo del glutine. Secondo la sua ricerca, il glutine è una proteina che il nostro corpo non è programmato a digerire. Consumata in eccesso, questa proteina può provocare danni gravissimi al nostro organismo, non solo agli intolleranti e ai celiaci. Se pensiamo che la celiachia rappresenta una forma estrema di intolleranza, è importante comprendere che anche chi non è celiaco può subire gli effetti negativi di una dieta ricca di glutine.
Il glutine non solo non è adatto al nostro sistema digestivo, ma ha anche un impatto devastante sul sistema immunitario. La Dott.ssa di Fazio sottolinea che il 70% del nostro sistema immunitario risiede nell’intestino. E quando consumiamo glutine, lo mettiamo a dura prova. Questo danneggia la mucosa intestinale, altera la sua permeabilità e induce un aumento della produzione di una proteina chiamata Zonulina. La Zonulina ha la capacità di “allargare” le giunture delle cellule intestinali, permettendo il passaggio di sostanze nocive come metalli pesanti, batteri, virus e funghi nel nostro sangue. Questo fenomeno è conosciuto come leaky gut syndrome (sindrome dell’intestino permeabile), una condizione che può contribuire all’insorgenza di numerosi disturbi, dalle malattie autoimmuni alle infiammazioni croniche.
Ma i danni del glutine non si fermano qui. La proteina del glutine ha anche effetti sul nostro cervello. Secondo studi condotti dal neurologo americano Dr. David Perlmutter, il glutine è una neurotossina capace di attraversare la barriera ematoencefalica, danneggiando le guaine mieliniche che proteggono le terminazioni nervose. Questo meccanismo è stato correlato a malattie neurologiche come l’Alzheimer, il Parkinson, la demenza senile e altre patologie neurodegenerative. Non solo, ma il glutine potrebbe avere un impatto negativo anche su disturbi dell’umore come la depressione e condizioni come le cefalee e il deficit di attenzione nei bambini, per non parlare di sospetti legami con disturbi dello spettro autistico.
Il Prof. Alessio Fasano, uno dei massimi esperti in celiachia e autore di studi di grande rilievo internazionale, ha dimostrato attraverso le sue ricerche alla Harvard University che il glutine può innescare una reazione immunitaria che porta alla produzione di anticorpi che attaccano i tessuti del nostro corpo, innescando malattie autoimmuni. Questi anticorpi, infatti, possono reagire in modo crociato con i tessuti dell’organismo, causando patologie come l’artrite reumatoide, la tiroidite di Hashimoto e altre condizioni autoimmuni.
Il danno che il glutine provoca all’intestino e al sistema immunitario è alla base di molte malattie croniche. Il cortisone, spesso prescritto per ridurre l’infiammazione, non fa altro che mascherare i sintomi mentre il glutine continua a produrre sostanze tossiche che causano infiammazioni subcliniche. Queste infiammazioni a lungo andare possono essere la causa di malattie croniche, incluse le neoplasie, che sono strettamente legate alla risposta infiammatoria del corpo.
Ma esiste una via d’uscita? Secondo gli esperti, non è tanto il glutine in sé a essere dannoso, quanto la sua forma moderna. I grani odierni, come il grano duro e il grano creato attraverso modifiche genetiche come il grano creso, sono decisamente più ricchi di glutine rispetto ai grani antichi, che contengono una quantità molto più bassa di questa proteina. La Dott.ssa di Fazio e il Prof. Fasano consigliano quindi di consumare varietà di grano antico, come il Timilia, il farro, il Kamut e il Perciasacchi, che sono più facilmente digeribili per il nostro organismo.
Il glutine non è solo un problema per chi soffre di celiachia o di intolleranza. Le sue conseguenze, se consumato in eccesso, possono essere devastanti per chiunque, interferendo con il sistema immunitario, l’intestino e il sistema nervoso. Anche chi non è celiaco può trarre beneficio da un’alimentazione che riduce il consumo di glutine, preferendo cereali meno trattati e ricchi di nutrienti. Seppur la medicina ufficiale sia ancora divisa sull’argomento, è sempre più evidente che l’approccio critico verso il glutine è un passo importante per una salute migliore.
Elena Grasso