Pare che i tempi di attesa siano finiti per uno dei luoghi più significativi dell’estremo sud della Sicilia. L’accordo che prevede la vendita della tonnara di Portopalo e dell’isola di Capo Passero pare sia stato siglato e che non ci siano più i presupposti per tornare indietro. Gli eredi del Barone don Pietro Bruno di Belmonte hanno venduto l’antica struttura alla Lio Hospitality Venture 1 Srl per un progetto che ammonterebbe a dieci milioni di eruo e pare che sia stato già versato un anticipo di un milione di euro.
Il progetto prevede la costruzione di un resort a cinque stelle. In passato il progetto era naufragato per una serie di ricorsi avviati dagli ambientalisti che si opponevano così a ogni genere di destinazione d’uso della struttura che non fosse quella della valorizzazione del bene storico.
Il vecchio piano di realizzazione prevedeva la costruzione di 128 camere tra cui 18 suite, un ristorante d’eccellenza, bar, centro benessere, piscine e solarium. Oggi l’idea viene ripresa diventando ancora più concreta visto che il nuovo acquirente ha intenzione di procedere a una ristrutturazione non trasformativa ma conservativa.
Certo che la notizia ha destato indignazione negli ambientalisti che si sono appellati alle istituzioni per chiedere la tutela del bene culturale e la nomina dell’area come “Area Marina Protetta”, ma ormai sembra essere solo una questione di tempo, in attesa delle valutazioni tecniche e delle necessarie autorizzazioni.
L’unico immobile a non essere incluso nel prezzo è la Fortezza del 1600 che invece sarebbe di proprietà della Regione siciliana.
La Tonnara è una delle più grandi d’Italia, un vero e proprio monumento industriale a cielo aperto in una provincia come quella siracusana che ha basato tutta la sua economia sulla pesca.
Il diritto di pesca che ha dato origine all’attuale tonnara ha radici nel periodo medievale, quando veniva concesso sotto forma di baronia feudale, soggetta a investitura e vassallaggio, e con l’obbligo di fornire un cavallo armato per ogni venti onze di reddito. I proprietari del diritto dovevano affittare l’attività a mercanti, che erano attratti da questa opportunità poiché permetteva loro di ottenere profitti considerevoli con un investimento finanziario minimo.
Nel 1774, la tonnara passò in proprietà al principe di Villadorata, Corradino Nicolaci, che rinnovò l’impianto e investì in nuove attrezzature, sia mobili che fisse. Nel corso del XIX secolo, l’attività fu temporaneamente sospesa, per poi essere riattivata nel 1895 grazie all’intervento di don Pietro Bruno Belmonte. Da quel momento, la tonnara venne operata ogni anno fino al 1969.
Elena Grasso