Moda per beneficienza: il progetto Kanö in omaggio alle popolazioni africane

Elena Grasso
Elena Grasso - EG Communication
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Qualche tempo fa vi avevamo raccontato la storia di Faburama e Marika, un coppia, lui africano, lei siciliana, che avevano scelto la città di Barcellona P.G. (Me) per avviare il loro progetto di Sartoria Sociale, Kanö, per incentivare lo sviluppo delle produzioni africane. La coppia si era conosciuta nel 2015 quando Marika, pedagogista e cooperante, che lavorava ad un progetto per richiedenti asilo, incontra Faburama, sarto e stilista che si era formato nel suo Paese con il desiderio di lavorare nel settore della moda e dell’artigianato.

Dal 2019, anno dell’avvio del progetto, la Sartoria inizia a crescere e a dare i suoi frutti, tanto che nasce anche Kanö Gambia Taylor, un’iniziativa che mira a formare giovani talenti con l’utilizzo di tessuti naturali, quali il Wax africano, la canapa, il lino, il bambù e il cotone.

Il sogno di Faburama è tuttavia quello di costruire una sartoria nel suo Paese d’origine per aiutare le popolazioni locali ad intraprendere l’attività senza perforza dover fuggire dalla terra natia. E così si sta impegnando per raggiungere l’obiettivo, attraverso iniziative ed eventi di beneficienza che lo aiutino nell’intento di raggiungere una certa cifra economica e poter dare avvio al progetto.

Fra le inziative quella che si è svolta lo scorso 29 Novembre al Poggio del Tempo Perduto a Valdina (Me), dove la coppia si è resa protagonista di una serata indimenticabile all’insegna della bellezza. Una sfilata di moda interamente dedicata al lavoro di Faburama e al sogno che si è realizzato durante tutti questi anni. Coinvolte oltre ducento persone che hanno partecipato con entusiasmo sposando la causa dell’evento benefico.

Ad arricchire ed intrattenere la serata lo chef non vedente Antony Andaloro, noto per offrire ai suoi ospiti esperienze culinarie emozionanti. Lo chef, non vedente da 25 anni, ha invitato i presenti ad indossare la benda messa a disposizione di ciascuno e ad assaggiare i piatti che preparava al momento. Un gioco divertente, ma anche un’occasione per allentare la frenesia del cibarsi e soffermarsi sul senso del gusto.

Il ricavato della serata è andato in beneficienza al progetto di Faburama e Marika.

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