Padre Carmelo La Rosa, Rettore del Santuario di Santa Maria della Vena, è un uomo di fede che ha dedicato la sua vita alla missione e alla diffusione del Vangelo, vivendo un’esperienza unica e profonda in Albania. Con la sua instancabile dedizione e il suo spirito di servizio, ha portato speranza e luce a tante comunità, contribuendo alla rinascita spirituale e sociale di una terra segnata da anni di difficoltà e isolamento.
Attualmente Rettore del Santuario di Santa Maria della Vena, ai piedi dell’Etna, Padre Carmelo continua a vivere la sua missione con lo stesso fervore che lo ha guidato negli anni passati. Oggi, accoglie con dedizione quanti desiderano rifugiarsi in questo luogo di spiritualità e tranquillità, un’autentica oasi di pace immersa nella bellezza e nella maestosità del vulcano siciliano. Nel Santuario di Santa Maria della Vena, Padre Carmelo offre accoglienza, sostegno e un punto di riferimento per chi cerca un momento di raccoglimento e di rinnovamento interiore, mettendo a disposizione la sua esperienza e la sua profondità spirituale per chiunque desideri avvicinarsi a Dio in un ambiente di preghiera e serenità.
Padre Carmelo, ci parli del luogo in cui attualmente opera
Sono Rettore del Santuario di S. Maria della Vena, anch’io sono cavaliere dell’Ordine di Malta. Mi trovo qui da 17 anni. Si tratta di un paesino del Comune di Piedimonte Etneo. Mi occupo dei devoti e dei pellegrini che accorrono fin quassù a cercare un angolo di silenzio, di pace, di tranquillità e soprattutto di spiritualità. Abbiamo anche la Casa del pellegrino, il Santuario all’aperto e la Via Matris.
Qual è l’anima del suo operato?
Mi impegna molto l’ascolto di tante persone che vengono qui a cercare consolazione, conforto e sostegno, a deporre i loro pesi, condividere le tragedie familiari e le sofferenze. Altri vengono per ricevere il sacramento della Confessione. Tanti vengono perché si prega bene, per i momenti di spiritualità e di formazione. Poiché le persone arrivano qui con fatica si gode di una qualità di richiesta e quindi anche di offerta di servizi.
Mi può parlare della sua missione in Albania?
Ho avuto la possibilità di donare 12 anni del mio ministero sacerdotale in Albania, subito dopo la fine del comunismo. Lì ho vissuto la stagione più ricca ed entusiasmante della mia vita, trovandomi a parlare di Gesù Cristo a gente assetata di conoscerlo, dopo il tempo dell’ateismo di stato. Ho iniziato con gli aiuti, soprattutto nell’aspetto sanitario. Per primo abbiamo realizzato la Strada “Acireale”, quindi ambulatori, tre chiese e tre centri pastorali, asili….Abbiamo vissuto la rivoluzione del 1996, con annessi e connessi. Abbiamo avuto l’emergenza di 7.000 profughi dal Kosovo e dopo il loro ritorno ho continuato a seguirli in patria. Ho battezzato diverse centinaia di adulti, famiglie intere. Ho vissuto la gioia e la bellezza dell’annuncio, della formazione e della crescita dei cristiani. Continuo con una presenza periodica, cercando di rispondere ai loro bisogni. Ho ricevuto molto di più di quanto ho dato, umanamente e soprattutto nella fede: donandola ne ho beneficiato anch’io. Ho un obbligo eterno con quel popolo martire.
Lei ha scritto diversi testi, uno dei quali si intitola “Il sapore del pane” di cosa si tratta?
Trovandomi in un oceano di bisogni ho cercato in tutti modi di suscitare e motivare aiuti. Così iniziai a scrivere e sono nati vari libri che raccontano passo passo la mia avventura missionaria. Il libro “Il sapore del pane” racconta il mio quarto anno di missione. Parte da una ispirazione: in quell’inverno di miseria e di degrado mi sosteneva il sapore del Pane Santo che celebravo e mangiavo ogni giorno. Il pane per molti era l’unico sostentamento, si incontravanoi persone, biciclette, macchine cariche di pane che trionfava ovunque. Di fronte alla mia abitazione – una stanza in una famiglia di musulmani – c’era un “panificio” ed io vivevo immerso nell’odore del pane. Da allora i libri sono già 24. l’ultimo è “La corda e il secchio”, un libro sulla preghiera. E continuo ancora a scrivere perché vi ho provato gusto.
Elena Grasso
Bello! Bello , bello! Possa crescere in te questo gusto di dare e anche la generosita nel farlo in modo più abbondante!