La casa del futuro: Com’è cambiato il nostro modo di abitare

Elena Grasso
Elena Grasso - EG Communication
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Il modo di vivere la casa non è lo stesso di qualche anno fa. Ce ne siamo accorti in particolare nel periodo post pandemia, quando il concetto di spazio condiviso ha subito un radicale cambiamento. Improvvisamente, la casa è diventata molto più di un semplice rifugio, è diventata un luogo multifunzionale: il nostro ufficio, la nostra scuola, il nostro centro di svago e relax. Questa “rivoluzione abitativa” ha portato alla luce la necessità di rivedere gli spazi domestici e urbani, adattandoli alle nuove esigenze e alle nuove priorità legate alla salute, al benessere e alla qualità della vita.

La Casa come centro di vita e lavoro

La casa è diventata un centro di gravità per ogni attività, spingendo molti a riflettere sulla sua funzionalità e sulla sua capacità di adattarsi. Se prima si parlava della casa come di un luogo di riposo, oggi essa è diventata una “casa-lavoro” e una “casa-scuola”. L’esperienza dello smart working e dell’apprendimento a distanza ha messo in evidenza l’importanza di avere spazi adeguati per lavorare e studiare senza compromettere la qualità della vita domestica.

Ci siamo resi conto che, oltre a un’area confortevole per il riposo, è necessario che la casa offra spazi privati più ampi e flessibili, in grado di trasformarsi a seconda delle esigenze del momento. L’arredamento modulare, che permette di adattare rapidamente uno spazio da zona lavoro a zona relax, è diventato uno degli elementi fondamentali per garantire una buona convivenza tra lavoro e vita privata.

Il ritorno agli spazi esterni: territori di benessere

Il confinamento degli anni passati ha anche risvegliato in noi il desiderio di tornare a vivere gli spazi esterni, che sono diventati fondamentali per mantenere il benessere psicofisico. Abbiamo rivalutato l’importanza dei balconi, terrazzi, giardini e cortili, che, in molti casi, sono stati riscoperti come luoghi di svago, esercizio fisico e connessione con la natura.

Anche in città, dove lo spazio esterno è spesso limitato, c’è stata una grande richiesta di dehors e spazi all’aperto per bar, ristoranti e negozi, che hanno cercato di estendere i loro locali verso l’esterno per garantire la sicurezza e la socializzazione. La casa stessa ha seguito questa tendenza, cercando di sfruttare ogni angolo esterno disponibile, come logge, porticati, ballatoi e balconi, per ampliare lo spazio vitale.

Gli spazi comuni: Una nuova concezione di vivibilità

Nel contesto di una maggiore interazione con gli spazi esterni, la pandemia ha anche messo in evidenza la necessità di ripensare gli spazi comuni. Gli appartamenti e i condomini, spesso caratterizzati da stanze piccole e poco flessibili, hanno dovuto essere riorganizzati per accogliere attività collettive, ma anche per garantire che gli spazi comuni possano essere facilmente sanificabili e sicuri. Il concetto di “vicinato” si è evoluto, diventando un sistema di supporto per la salute mentale e fisica della collettività.

Questo nuovo modello di casa e di quartiere implica anche una riorganizzazione degli spazi urbani. Vivere in un quartiere che offre aree verdi, spazi pubblici e servizi essenziali a portata di mano non è più un lusso, ma una necessità. Il concetto di “smart city”, che integra tecnologie sostenibili e spazi vivibili, potrebbe diventare la norma nei prossimi decenni.

Flessibilità e comfort: La casa come “Nido” multifunzionale

Il futuro della casa sarà sempre più legato alla flessibilità. Gli spazi devono essere dinamici, capaci di adattarsi alle diverse esigenze della vita quotidiana. Una casa del futuro dovrà essere in grado di ospitare una varietà di funzioni senza compromettere il comfort. Gli spazi non saranno più statici, ma modulari, in grado di essere facilmente trasformati da zona studio a zona relax, da sala riunioni a zona gioco.

Un altro aspetto fondamentale è l’importanza del comfort: la qualità dell’aria, il controllo della temperatura e dell’umidità, il silenzio e la tranquillità diventano essenziali per un benessere psicofisico ottimale. Anche la scelta dei materiali e delle soluzioni tecnologiche dovrà essere orientata a garantire abitazioni più sostenibili, più confortevoli e più efficienti energeticamente.

Il tetto: Un nuovo spazio di vivibilità

Uno degli spazi più sottovalutati, ma che ha acquistato nuova centralità durante la pandemia, è il tetto. Spesso relegato a spazio tecnico, il tetto può diventare una vera e propria estensione della casa. I tetti piani, in particolare, offrono opportunità incredibili per creare terrazze vivibili, giardini pensili, spazi per attività ricreative come fitness, giochi all’aperto e persino orti urbani.

La progettazione del tetto come spazio accessibile, funzionale e bello, potrebbe rappresentare una delle innovazioni più interessanti per il futuro delle abitazioni. Un tetto ben progettato, non solo aiuta a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, ma offre anche uno spazio di svago, relax e socializzazione, migliorando la qualità della vita degli abitanti.

Verso una nuova cultura abitativa

La casa del futuro sarà più flessibile, più aperta, più connessa con l’esterno e, soprattutto, più attenta alla qualità della vita dei suoi abitanti.

In questo nuovo scenario, la progettazione della casa dovrà tener conto delle esigenze di benessere psicofisico, della sostenibilità ambientale e della connessione con il contesto urbano e naturale. La casa, quindi, non sarà solo un “nido” sicuro e confortevole, ma anche un laboratorio di innovazione, in cui la tecnologia, il design e la natura si integrano per creare spazi di vita che rispondano alle sfide di un mondo in rapido cambiamento.

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