Tra le nomine illustri della nascente Confederazione Internazionale OSJ Knights of Malta anche un nome prestigioso del panorama musicale italiano: Marco Castoldi, in arte Morgan, è stato insignito del titolo di Cavaliere di Grazia, Cavaliere di Gran Croce e Ambasciatore at large del Gran Priorato di Toscana, portando con sè la sua essenza di musicista sensibile e uomo attento alle esigenze di bellezza in una società in decadenza.
Persona dalle alte qualità, colta, e profonda conoscitrice delle armonie musicali, Morgan rappresenta un modello esistenziale, un modo di essere che porta sul palco, così come nella vita.
“Fare il musicista e l’uomo di spettacolo – afferma – è uno dei lavori più belli del mondo perché significa che si è riusciti a coronare un sogno che si ha sin da bambini. La musica, il suonare insieme agli altri, la bellezza di avere il pubblico che si emoziona di fronte alla performance che fai, è una cosa grandiosa. Tuttavia, in un’epoca come la nostra c’è una strana paura di tutto quello che è autentico, insomma non c’è coraggio. L’artista che fa spettacolo ha qualcosa da dire, ha una storia che porta dentro l’opera, un pensiero reale che ha anche nella vita e ribadisce anche quando non è sul palco, nel momento in cui viene intervistato, nel momento in cui vive. Quel pensiero rappresenta un modello di vita conforme a ciò che esprime in modo spettacolare sul palco, è un’idea di vita, un modello esistenziale, pensiamo a Gaber o a De Andrè”.
E in effetti ciò che colpisce di Morgan è la sua assoluta autenticità che si esprime attraverso il linguaggio del corpo e il tono della parola, appassionata, genunina, assolutamente fedele al suo credo interiore.
Ci chiediamo se Morgan con le sue numerose vicende e fatti di vita che lo hanno visto coinvolto, non rappresenti quella categoria di artisti ‘maledetti’ e non compresi, sensibili e poco fruibili. Di fatto l’artista è quasi sempre un incompreso, se è veramente tale. Ma chi sono coloro che non comprendono? E cosa non comprendono?
Si potrebbe discutere a lungo sulla questione, ma non comprendere qualcosa o qualcuno, deriva o dall’ignoranza o da una scelta. E’ la scelta di seguire la mediocrità, di percorrere strade sicure, è la via di chi non vule evolvere preferendo alla vita l’inferno dantesco dell’ignavia.
Senza dubbio una vita fatta anche di trasgressione quella di Morgan, come dire “fuori dalle righe”, una vita turbolenta, segnata da inquietudini, da guerre e riappacificazioni con la propria coscienza. Un’anima che ha mostrato la propria debolezza al mondo e che spesso è diventata lauto pasto per giornalisti e critici con il colletto. Ma poco si parla dell’artista Morgan, del musicista che compone, di colui che conosce a fondo la musica, che ha scritto testi per Battiato e che celebra Beethoven. In qualche modo sembra più facile interessarsi alla sua vita privata perché fa gossip; e come vermi nella terra, i giornalisti scavano nell’esistenza dell’artista per fare titoli e gridare allo scandalo morale. E’ come intitolare una via a D’Annunzio perché gli piacevano troppo le donne, e non perché abbia scritto ‘La pioggia nel Pineto‘. Una perversione del sapere che interessa tutti, perché la vita altrui è il riflesso di uno specchio davanti al quale non ci si vuole guardare. Ma rimane pur sempre uno specchio ed è disposizione.
Cosa c’è di più bello in un vero che si mostra? ‘Il Bello è il Vero’ diceva Platone, il quale di certo non avrebbe gradito questo dilagare di falsità nel mondo attuale. Copia della copia della realtà, così la pensa anche Morgan per il quale “oggi è possibile simulare di essere artisti da scena e nella vita essere dei perfetti codardi, delle persone non solo poco coraggiose, ma peggiori persino delle persone comuni, ancora più infime. C’è talmente tanta costruzione, talmente tanta finzione e tanta paura, ma di cosa? Perché le persone hanno paura?
Il costo dell’autenticità è quindi lo sputtanamento e spesso la mancanza di lavoro. In una società pavida e vile, che si basa sull’assenza di gratificazione del merito, sull’invidia, non è conveniente eccellere, o andare oltre la mediocrità”.
E un vero artista va sempre oltre la mediocrità; tra questi, molti anche in passato, hanno deciso di chiudersi in se stessi per non cadere vittime della società di massa, altri come Morgan si espongono pagando un prezzo non sempre conveniente.
La parola dell’artista è di per sé profetizzante, ma non per la verità o la falsità delle parole che pronuncia, non per la moralità degli atti. In sostanza, la domanda da porsi quando si è di fronte ad un’opera d’arte, che sia un quadro, un testo musicale, una sequenza di note o semplicemente la vita di un artista, non è se sia corretto o scorretto tutto ciò, ma se corrisponde esattamente al concetto esistenziale che porta in sé, se c’è connessione tra ciò che è e ciò che emerge, tra sostanza e forma, tra l’essere e l’apparire.
In questo modo, l’artista si fa ierofania, dove il manifesto non è altro che lo specchio della verità, o di un aspetto della verità di un’anima. Non c’è disconessione tra l’ignoto e il noto, tra la potenza e l’atto, tra il dover essere e l’essere. E’ così e non poteva essere altrimenti. La maggior parte della gente vive invece nella menzogna, in costante disconnesione con ciò che dice di volere e ciò che vorrebbe veramente, così alla fine preferisce stare in quello che Heidegger diceva essere ‘il per lo più’, il comune senso di stare al mondo.
Ecco che la figura di Morgan va rivista alla luce di una nuova riflessione sull’artista musicale, non lo smodato ragazzo senza filtri, ma una figura artistica a cui urge dire qualcosa. E miope è quella politica che non vede tutto questo, che non sceglie la ‘cultura come motore del progresso’, ma preferisce a questo l’allucinazione del suo tempo, che è quella di essere convinti che la cultura sia un passotempo di sfigati intellettuali e sognatori ortodossi.
La Confederazione Internazionale OSJ Knights of Malta riconoscendo nell’artista Morgan un alto valore di figura evoluta e geniale, gli conferisce l’incarico di Cavaliere e Ambasciatore di Cultura nel mondo, con la convinzione assoluta che ancora oggi sia possibile realizzare il Bello, che la sincerità sia un pregio e la cultura guadagno.
Auguriamo a Morgan buon lavoro e buona creazione.
Elena Grasso