Ringiovanimento facciale: I trattamenti gold per una pelle luminosa e vitale

Helio Caprio
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L’aspettativa di vita in Brasile, analizzata dall IBGE dal 1940, è aumentata di 31,1 anni. Questi dati hanno stimolato ulteriormente la ricerca scientifica con risultati incredibili nei trattamenti di ringiovanimento e nelle procedure chirurgiche, che ormai hanno raggiunto standard elevatissimi diventando un punto di riferimento per chiunque voglia avere un aspetto giovane e bello.

Quando analizziamo un paziente che arriva nei nostri studi, normalmente dalla 5a decade in poi, ad eccezione di quelli nel periodo post operatorio di chirurgia bariatrica, che hanno il volto prematuramente invecchiato, il processo inizia.
Dobbiamo chiarire che l’invecchiamento colpisce tutte le strutture facciali, cioè dal piano profondo a quello superficiale. Abbiamo notato che l’assorbimento osseo avviene con una diminuzione del suo volume. Con il passare degli anni si riducono anche gli strati di grasso, nelle zone periorbitali (intorno agli occhi), nel terzo medio, nella regione orale e anche attorno alle mascelle.

I muscoli a loro volta perdono tono e infine la pelle subisce assottigliamento, perdita di elasticità,
comparsa di rughe e zone con antiestetiche ridondanze.
Come risolvere questi problemi con una procedura efficace, duratura e sicura?
In medicina, fin dalla tenera età impariamo ad ascoltare il paziente, esaminare, richiedere esami aggiuntivi, diagnosticare e curare. Non cambia nulla sul viso.

Il grado di invecchiamento del viso varia da persona a persona e, in base alla situazione specifica, vengono proposti diversi trattamenti che non sempre prevedono l’intervento chirurgico. È possibile identificare quattro fasi principali di invecchiamento:

  1. Lieve cedimento del terzo medio e della regione cervicale
  2. Flaccidità e moderato invecchiamento del terzo medio, con un inizio di cedimento nella regione cervicale
  3. Abbassamento moderato che interessa sia il terzo medio che la regione cervicale
  4. Cedimenti pan-facciali evidenti che coinvolgono anche la regione cervicale

Oggi, grazie all’emergere di tecniche cosmetiche efficaci come i filler, i biostimolatori del collagene, la laserterapia e l’utilizzo delle tossine botuliniche, l’intervento chirurgico è generalmente consigliato solo per i casi di invecchiamento di grado 3 e 4.

Il primo rapporto scientifico su un lifting facciale fu redatto da Raymond Passot presso l’Accademia francese di medicina nel 1917, nell’opera “Sculptures de visages”. Per molti anni si è utilizzata la tecnica di estensione della pelle e rimozione dell’eccesso cutaneo. Negli anni ’60 e ’70, grazie agli studi anatomici di Mitz, Payronie, Cardoso de Castro e altri, la chirurgia ha iniziato a concentrarsi sulle strutture epidermiche profonde indebolite e flaccide, in particolare sul sistema aponeurotico muscolare superficiale (SMAS) e sul muscolo platisma. Questo sviluppo è stato fondamentale per garantire la naturalezza dell’intervento, poiché le strutture venivano riposizionate correttamente e la pelle seguiva il movimento giusto, senza apparire eccessivamente tesa.

Negli anni ’90, grazie al lavoro di Lambros, è emersa l’importanza della perdita di volume nei compartimenti adiposi facciali, un fatto che ha stimolato la ricerca di innesti e materiali biocompatibili per il riempimento, segnando l’inizio della fase di volumizzazione del viso. Come dimostrato da Coleman e Tonard, il tessuto adiposo, se correttamente manipolato, offre risultati soddisfacenti. Poiché è abbondante e facile da raccogliere, è stato ampiamente utilizzato sotto forma di “Microfat”, con particelle da 1 a 2 mm per riempire solchi e depressioni, e “Nanofat”, con innesti più piccoli da 400 a 600 nanometri, per iniezioni intradermiche destinate a correggere rughe sottili, occhiaie e migliorare la qualità della pelle. Quest’ultima tecnica, pur non contenendo adipociti, è ricca di cellule staminali, che possiedono un grande potenziale rigenerativo.

L’intervento chirurgico, nella maggior parte dei casi, viene eseguito in anestesia locale con sedazione, e ha una durata media di 3-5 ore. Come procedura accessoria, spesso si interviene contemporaneamente sulla regione delle palpebre, con l’obiettivo di rimuovere l’eccesso di pelle e borse. Inoltre, si possono modificare il mento e il naso per completare il ringiovanimento, correggendo la proiezione e l’angolazione del profilo.

La consultazione preoperatoria prevede lunghe conversazioni, analisi di vecchie fotografie e una valutazione clinica completa. I risultati ottenuti sono generalmente molto gratificanti, rendendo il lifting facciale il trattamento gold standard nella ricerca della giovinezza.

Dott. Helio Caprio

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