Nato in una piccola città costiera della Nuova Scozia e cresciuto nell’area metropolitana di New York, Russell Groves ha inconsciamente assimilato immagini di paesaggi rurali e urbani, sviluppando una visione unica del design: un rispetto per la natura unito a una concretezza tangibile, arricchita da una raffinata sensibilità.
Dopo aver ottenuto una laurea in architettura alla Rhode Island School of Design, seguendo un percorso multidisciplinare che comprendeva design della moda, produzione cinematografica, storia culturale e letteratura classica, Russell Groves ha acquisito una profonda conoscenza di diverse discipline correlate al design e ha imparato a combinare vari metodi creativi.
Dopo la laurea, ha iniziato la sua carriera presso Richard Meier Architects e successivamente è entrato a far parte di Peter Marino Architects, dove ha gestito progetti per clienti prestigiosi come Giorgio Armani, Donna Karan e Barneys New York.
Residente di lungo corso a Manhattan, trascorre il tempo libero visitando mostre e gallerie d’arte, raccogliendo pezzi per la sua collezione personale, che utilizza per decorare le sue abitazioni e studi a New York, Los Angeles ed East Hampton. Inoltre, sostiene diverse cause benefiche, supportando programmi di riabilitazione per persone e animali in difficoltà.
Per lui, la creazione di interni armoniosi e ben proporzionati richiede l’equilibrio di molti elementi, come linee, scale, colori e texture. “Ogni elemento deve essere perfettamente bilanciato rispetto agli altri. E affinché gli spazi risuonino davvero, devono riflettere lo stile personale del proprietario e essere in qualche modo connessi all’ambiente circostante, sia esso urbano, rurale, costiero o montano, solo così possono apparire autentici,” spiega.


Oltre a collaborare con grandi marchi, Russell Groves ha progettato le case private di Michael Kors, Derek Lam e Frédéric Fekkai.
Russell descrive l’estetica come un “modernismo a strati”, qualcosa di contemporaneamente raffinato e meticoloso; un lusso sobrio. Una combinazione che produce ambienti sofisticati ed eleganti, pervasi da una semplicità senza tempo.
Per l’architetto l’elemento più importante in un progetto sono i dettagli. “Come per ogni buon design, che si tratti di una stanza, un dipinto, o un vestito, i dettagli devono supportare la visione generale – afferma Russell. La prospettiva del buon design non dovrebbe mai intralciare lo spazio. Un design opprimente fallisce perché crea uno spazio scomodo. Le nostre case sono luoghi di tregua, piacere e calma. Non dovremmo mai sentirci ansiosi o instabili nelle nostre case. Il cattivo design crea spazi invivibili e inospitali, dai quali cercheremo solo di sfuggire”.

Secondo lui, un ambiente per essere davvero bello deve funzionare correttamente. Per esempio, una stanza deve avere un flusso ben progettato che permetta un movimento libero, una sedia deve essere comoda e avere un tavolo vicino, all’altezza giusta per appoggiare un drink o un libro. Ci deve essere un’illuminazione ideale per leggere, e i posti a sedere devono essere disposti in modo da favorire una conversazione piacevole. È necessario avere spazio di archiviazione adeguato, in modo che gli oggetti possano essere facilmente nascosti, mantenendo sempre una sensazione di ordine. L’aspetto più interessante (e forse il più difficile da ottenere) è che quando una stanza funziona correttamente, non ci si rende conto dei dettagli: si avverte solo una sensazione di facilità nell’abitarla. Tuttavia, se c’è qualcosa di sbagliato o mancante, lo si nota immediatamente. Se in una casa non ci si sente a proprio agio, la bellezza non esiste.
Elena Grasso