Il risorgere dell’antico splendore equestre: I “Cavalieri della Stella” riportati alla luce

Elena Grasso
Elena Grasso - EG Communication
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Grazie alle ricerche di studiosi come il Dott. Vincenzo Allegra, cultore di storia medievale, ricercatore delle tradizioni storiche Siciliane, ipppologo ed esperto di razze equine, l’ordine dei “Cavalieri della Stella del 1595” rivive nei racconti e negli studi storici, testimoniando il suo importante ruolo nel mondo equestre e nella cultura siciliana.

Il prestigioso Ordine venne istituito nel 1595, sotto il patrocinio di Giovanni III Ventimiglia, figura di spicco nel panorama nobiliare siciliano del tempo. L’Ordine diretto da rinomati istruttori come il napoletano Federico Grisone, si distinse per l’eccellenza nel campo dell’equitazione e delle arti marziali.

Il contesto storico in cui nacque è ricco di significato. Ventimiglia, investito del titolo di Presidente del Regno di Sicilia e di altri importanti titoli nobiliari, diede vita a un ordine cavalleresco che incarnava l’ideale di nobiltà e di valore militare tipico dell’epoca. La carica di Stratigoto, ereditata dall’epoca bizantina e mantenuta durante il dominio normanno, sottolineava l’importanza militare e politica dell’ordine.

I Cavalieri della Stella non erano soltanto un’élite militare, ma anche un simbolo di cultura e raffinatezza. Venivano addestrati non solo nell’arte della guerra, ma anche nell’equitazione e nella gestione dei cavalli. Castelbuono e le Madonie divennero centri di allevamento per i migliori destrieri, antenati del moderno “Cavallo Indigeno Siciliano”. La formazione dei cavalieri avveniva in spazi dedicati, come il Piano del Marchese a Castelbuono, dove si svolgevano esercizi equestri e di combattimento.

L’ordine partecipò attivamente agli eventi storici del tempo, incluso il periodo di rivolta antispagnola del 1674-78 a Messina. Tuttavia, la sua esistenza fu effimera, poiché il nuovo Viceré spagnolo decise la sua soppressione come atto di vendetta per il suo coinvolgimento nella ribellione.

Le celebrazioni annuali e le feste religiose erano parte integrante della vita dell’ordine. Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, si commemorava l’istituzione dell’ordine con solenni processioni e manifestazioni cavalleresche. Tornei e giostre animavano il calendario dell’ordine, testimoniando il suo ruolo centrale nella vita sociale e culturale della Sicilia del tempo.

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