Nella densa rete dei social media, emerge una voce che porta con sé una storia di lotta, di sacrificio e, soprattutto, di speranza. È la voce di Valentina Valenti, una donna coraggiosa che si è dedicata anima e corpo alla causa della disabilità, ma che ora si sente dimenticata dalle istituzioni e dalla politica italiana.
Valentina Valenti, Dama di Gran Croce del Gran Priorato Autonomo OSJ Knights of Malta, e responsabile della disabilità, ha deciso di fare udire il suo grido di dolore e frustrazione attraverso i suoi messaggi accorati pubblicati sulla sua pagina Facebook. Una voce che emerge dall’oscurità della sua situazione personale, una situazione segnata da un tragico evento che ha cambiato irrevocabilmente il corso della sua vita.
L’incidente risale al lontano 1988, durante un’ordinaria lezione di educazione fisica presso il Liceo Scientifico Statale Augusto Righi di Roma. Un incidente apparentemente banale, ma che ha avuto conseguenze devastanti. Un incidente che ha lasciato Valentina tetraplegica, con paralisi agli arti e gravi compromissioni delle funzioni vitali. Da allora, la sua vita è stata un percorso di sfide quotidiane, ma anche di impegno costante per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità.
Nonostante il suo impegno e la sua dedizione, Valentina si sente abbandonata dalle istituzioni. Si sente tradita da un sistema che non è riuscito a riconoscere il suo sacrificio e a garantirle il supporto necessario. “Tutte le leggi sull’invalidità in Italia, sostiene Valentina, sono state ispirate dalla mia tragedia personale”. Eppure, nonostante ciò, oggi non riceve alcuna pensione per la sua condizione di tetraplegia. Una situazione che definisce lei come un “insabbiamento” delle sue richieste di giustizia.
Valentina non è solo una vittima, ma anche una combattente. Nella politica italiana si è già distinta per il suo impegno politico e sociale, svolgendo campagne elettorali per la Democrazia Cristiana e dedicandosi con passione alla causa della disabilità attraverso la sua Associazione MRCG, Associazione Valentina per i Disabili Tetraplegici ed Affini, e l’istituzione nel 2003 della giornata Internazionale della Disabilità ICIDH dell’OMS del 1980, dimostrando il suo impegno a livello internazionale.
Nel 2006, nonostante le sue sfide personali, ha persino deciso di candidarsi come Sindaco di Roma, con determinazione e una forza d’animo straordinarie
Le legge presentata per il riconoscimento dello Status di Grande Invalido giuridico per i tetrapelgici e le categorie affini 46/46 del 1998 non ha ottenuto l’approvazione, nonostante il sostegno di oltre cento parlamentari. Analogamente, la legge 162 del 1998, pensata per integrare gli aspetti economici riguardanti gli art. 3 comma 3 della legge 104/92, si è rivelata inefficace.
Su un social media, Valentina lamenta: “Tutti hanno mostrato solidarietà per garantire assistenza sanitaria per il retto e la vescica, ma nessuno ha realmente agito! Dopo 28 anni, i tetraplegici continuano a morire per infezioni e piaghe, finendo spesso neib cronicari insieme agli anziani. Non c’è stata una reale formazione, solo spreco di denaro in inchieste che hanno portato ad assoluzioni.”
“Si auspica che i 4 miliardi previsti dal PNRR per la formazione siano utilizzati per addestrare personale qualificato a garantire il diritto naturale al benessere del retto e della vescica per i circa 3000 tetraplegici presenti in Italia. Questo dovrebbe contribuire anche a una maggiore preparazione del personale delle RSA, assicurando un fine vita sereno e dignitoso per uomini e donne ultraottantenni che hanno tanto dato al nostro Paese”.
Oggi, Valentina continua la sua battaglia per i diritti delle persone con disabilità. Rivolge un appello accorato alle istituzioni e ai politici con cui ha lavorato in passato, chiedendo loro di non dimenticare il suo contributo e di riconoscere il suo diritto alla dignità e alla giustizia.
“La politica deve colmare il vuoto costituzionale legiferando e finanziando lo Status di Grande Invalido giuridico ed economico per i tetraplegici e le categorie affini”, afferma Valentina con determinazione.
Con il suo impegno, Valentina non solo rivendica i suoi diritti personali, ma ribadisce con forza il legame profondo tra i diritti umani, sociali e sanitari.
In un mondo in cui le voci delle persone con disabilità troppo spesso vengono ignorate o sottovalutate, Valentina Valenti rappresenta tutte le ‘Valentine’ che si trovano a dover affrontare situazioni di disagio e di solitudine a causa di una malattia invalidante. Il suo è un richiamo ad una coscienza collettiva, una voce che parla a nome di tante e che non può essere ignorata, perché incarna la forza e la determinazione di chi lotta per un mondo più giusto e inclusivo per tutti.
Elena Grasso