I Savoia a Palermo visitarono la stele dedicata a Giovanni Falcone e la sua scorta S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele 20-23 maggio 2005

Massimo Scuderi
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Strage di Capaci. In memoria il “silenzio” davanti l’albero Falcone 32 anni dopo…

Il minuto di silenzio nell’ora esatta della strage dell’autostrada per il 32esimo anniversario di quel 23 maggio 1992. La bomba posta sotto la sede autostradale nel territorio del Comune di Capaci costò la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cilli, Antonio Montinaro e Vito Schifani. E proprio per questo, Palermo si ferma e ha ricordato quella strage e quell’anno di piombo. La Fondazione Falcone ha scelto Palazzo Jung per stringersi alla città e tenere viva la fiamma della lotta alla mafia. Tanti i giovani presenti questa mattina. Chi ha portato uno striscione, chi semplicemente saluta alla vista di una telecamera.“I giovani sono la speranza per il futuro”, ha dichiarato l’ex presidente del Senato Pietro Grasso, presente all’inaugurazione del Museo del Presente.

E a tal proposito, intendiamo ringraziare per l’esclusiva intervista che ha voluto rilasciare per il nostro giornale il dott. Achille De Luca, prezioso testimone di quello che adesso riportiamo nell’occasione della prima visita a Palermo di S.A.R. il Principe di Napoli, Vittorio Emanuele di Savoia, così come tratto dal diario scritto da Achille De Luca nell’immediatezza degli eventi che tramanda a futura memoria l’accoglienza che la città di Palermo, con le sue autorità ed il popolo, ha voluto riservare al legittimo discendente della Casa Reale dell’Italia unita, dopo i lunghi ed ingiusti anni dell’esilio. La visita che De Luca racconta, con emotiva soddisfazione e semplicità, sottolinea la commozione dei Reali per il rientro in Italia che si sublima nel sentimento intenso provato davanti alla stele “Falcone”. Achille De Luca ci racconta così, uno spaccato delle tre bellissime giornate di sole, gli incontri con le autorità civili e religiose, con il popolo, specie quello di Monreale ed entra, discretamente, con una descrizione rispettosa dei luoghi, a Palazzo Reale, nella Cattedrale di Palermo, a villa Niscemi, nel Duomo di Monreale e da Villa Tasca dove la buona società si strinse attorno ai Principi. 

E prima di tutto – ci testimonia lo stesso De Luca – all’epoca furono in pochissimi a sapere ciò che accadde quel venerdì 20 Maggio 2005 a Palermo, in una straordinaria giornata di sole. “All’Aeroporto di Punta Raisi, di fronte alla caserma dei vigili del fuoco un piccolo assembramento di auto blu, autisti in divisa ed eleganti signori in abito di convenienza. L’atteso ospite è S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia, alla sua prima visita in Sicilia, accompagnato dalla Principessa Marina e dal giovane Principe Emanuele Filiberto. Ad accoglierli due noti gentiluomini siciliani che li accompagneranno in tutta la visita: S.E. il P.pe di Casalnuovo Conte Don Carlo Marullo di Condojannie S.E. il Duca Don Enrico Battiato Paternò Castello; il primo legato ai Principi da vecchia e collaudata fedele amicizia, il secondo Delegato per la Sicilia degli Ordini Dinastici. Erano le 15,30 in punto quando finalmente la piccola sagoma bianca del velivolo privato improvvisamente si abbassa verso la pista; lo seguiamo come fosse per noi la prima volta di un atterraggio, cui gli fa da sfondo la parete est di Montagna Longa – racconta De Luca. Il Falcon 900 B arresta la sua corsa a pochi metri dal nostro comitato di accoglienza. Dalla scaletta del velivolo esce dapprima uno dei piloti, in seguito e nell’ordine i P.pi Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto, la P.ssa Marina, ed altri nobili al seguito. Il saluto di benvenuto, la rapidissima verifica dei passaporti da parte delle Autorità aeroportuali presenti, quindi l’assegnazione dei posti nelle vetture del corteo già pronte.  E così ci avviamo verso Palermo –  seguita nel suo racconto Achille De Luca. Sono nell’auto del P.pe Vittorio Emanuele e della P.ssa Marina, con i quali si conversa e si precisano taluni dettagli riguardanti la visita. Improvvisamente S.A.R. mi chiede di potersi fermare alla stele “Falcone” per deporre un simbolo floreale al martire della mafia, sollecitandomi a dire di più circa l’accaduto per soddisfare il suo desiderio di conoscenza sulla dinamica dell’attentato. Dopo una veloce consultazione telefonica con la scorta la nostra sola vettura si distacca, mentre il corteo regolarmente prosegue per il capoluogo. Accostiamo nella piazzola della stele, e impieghiamo qualche momento per scendere dalla macchina e deporre il cuscino di fiori, già predisposto ma a mia insaputa, al seguito di S.A.R. con lo stemma sabaudo, portato appositamente da Ginevra. Gli indico la casa bianca ai piedi della montagna, probabile postazione di avvistamento dei criminali attentatori. Negli occhi del Principe si legge una evidente commozione, mentre si avvicina ai fiori per meglio sistemarli. Un attimo… e poi il suo grande compiacimento per l’enorme striscione che veleggia di fronte: “No alla mafia”. Di nuovo in auto, di corsa, per raggiungere il corteo ormai rallentato dal traffico cittadino diretti al  Grand’Hotel Villa Igieadove era previsto l’incontro con i giornalisti. Come si relazionò con la stampa S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia  essendo la prima visita ufficiale a Palermo ? – chiediamo noi –  “Il  Principe non si sottrasse all’incalzare delle domande ed alle raffiche impietose dei flash – ci risponde De Luca – . tantoché i contenuti degli furono fedelmente riportati dalla stampa del giorno dopo che risulta assai benevola e costruttiva. La RAI, La Repubblica, il Messaggero, Il Giornale di Sicilia, La Sicilia ed altri quotidiani, settimanali, radio e televisioni hanno accreditato inviati in perfetta armonia con l’ufficio stampa”.

Quindi i Reali risposero a tutte le domande  della stampa?” – chiediamo noi –  “Si, i Reali furono contenti di tanto interesse – riporta De Luca – le risposte furono garbate e coerenti, in un clima di grande sincerità”. “E’ vero che ci fu uno scoop che fece il giro dei taccuini? – chiediamo noi – vuol raccontarcelo lei?  “Si, la deposizione del cuscino di fiori al monumento dedicato a Giovanni Falcone… non passò inosservata… eravamo su quel tratto di autostrada, alla libera vista di tutti. “Sì mi sono fermato in quel luogo, in solitudine e raccoglimento, lontano dalle cineprese e dai microfoni – dichiarò S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia –  Avrei preferito tenere riservata la cosa…”

Massimo Scuderi

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