Il maestoso castello trecentesco di Partinico, eretto con maestria e imponenza, racconta storie antiche di difesa e protezione. Commissionato dall’abate cistercense del Parco nel lontano XIV secolo, questo imponente bastione fu concepito con l’intento di proteggere il casale che sarebbe poi divenuto parte integrante del comune di Altofonte.
Nel susseguirsi dei secoli, il castello si è eretto come una sentinella silenziosa, vegliando su quei territori con solennità e vigore. Il suo imponente profilo, simbolo di forza e potenza, dominava l’orizzonte circostante, ispirando rispetto e ammirazione nei cuori di chi lo osservava.
Dopo la sua costruzione, il casale di Salae, sottoposto alla sua custodia, venne elevato al rango di terra, segnando un momento significativo nella storia di questo territorio. Il castello, fortezza impenetrabile, era il baluardo contro le minacce esterne, un simbolo di sicurezza e protezione per gli abitanti del casale e delle terre circostanti.

Tuttavia, il tempo implacabile ha lasciato il suo segno sulle mura di questa imponente costruzione. Oggi, dei suoi possenti bastioni, restano soltanto pochi ruderi, maestosi testimoni di un’epoca passata. Una rampa di accesso, rinforzata da un robusto contrafforte, si erge ancora fieramente, mentre alcuni tratti delle mura che fiancheggiano la rupe, resistono al trascorrere degli anni.
Guardando i detriti che un tempo costituivano le possenti mura del castello, si può notare il lavoro degli antichi artigiani, che con maestria e abilità hanno costruito quest’imponente struttura. I muri, eretti con pezzami di pietra locale, conferiscono loro un aspetto irregolare ma affascinante, mentre l’abbondante utilizzo di malta testimonia dell’impegno e della cura impiegati nella loro costruzione.
Oggi, il castello trecentesco di Partinico rimane non solo un monumento alla storia e all’architettura del passato, ma anche un testimone silenzioso di un’epoca di grande importanza per questo territorio. Le sue rovine, pur se ridotte e consumate dal tempo, continuano a parlare alle generazioni future, narrando storie di coraggio, dedizione e determinazione.
Elena Grasso