Sui tg nazionali, sembra che la notizia sia scomparsa…
Ma chi era Alexey Navalny, la storia dell’oppositore di Putin morto in prigione in Russia il 16 febbraio. Era un dissidente russo di 47 anni e nato nel 1976 nella regione di Mosca, dove era stato il principale oppositore del presidente Vladimir Putin. Poi, nel 2020, si salvò da un presunto avvelenamento da novichok, il potente classe di neurotossina sviluppate in Unione Sovietica e in Russia negli anni ’80 e ’90, che possono essere somministrate in varie forme (liquida, polvere, aerosol) e che una volta inalate o entrate a contatto con la pelle possono portare alla morte in pochi minuti.
Fanno parte di una classe di composti chiamati inibitori della colinesterasi che interferiscono con l’attività dei neurotrasmettitori, sostanze indispensabili per la regolazione del sistema nervoso. Le vittime del novichok muoiono per asfissia e arresto cardiaco: il veleno causa spasmi muscolari che possono bloccare il battito del cuore e la respirazione, oltre ad arrecare danni vari a organi e tessuti. Alexey Navalny, figlio di un ufficiale dell’Armata Rossa, si era laureato in Giuriprudenza presso la Peoples Friendship University of Russia nel 1998, era considerato il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin,nel marzo 2022 era stato condannato a 9 anni di reclusione per frode e violazione della libertà condizionale. Sottoposto a un nuovo processo, dal giugno 2023 stava scontando 19 anni di reclusione per estremismo. Lascia la moglie Yulia Borisovna Navalnaja, che gli è rimasta affianco in questi lunghi anni di lotta e prigionia, e due figli.
Da tutto il mondo sono arrivati messaggi di cordoglio e di condanna per la morte dell’oppositore. Aveva iniziato la sua attività di militante nel 2000 tra le fila del partito filo-occidentale Jabloko, dal quale però era stato espulso 7 anni dopo per aderire al movimento Narod (“Popolo”). Qui ha guidato la dissidenza contro l’autoritarismo del presidente Vladimir Putin e la corruzione del regime. Un’azione spesso oscurata dalla sua vocazione al nazionalismo e alla xenofobia, ma rafforzata da un’efficace comunicazione sui social media come blogger. Nel 2012 poi, era riuscito a diventare pilastro delle manifestazioni di protesta organizzate contro i brogli elettorali delle presidenziali del 2012. Candidatosi nel settembre 2013 alle elezioni comunali di Mosca, alle quali era arrivato secondo ottenendo il 27% dei consensi, a causa di precedenti condanne, non aveva potuto correre alle presidenziali del 2018. Nello stesso anno, dopo lo scioglimento del Partito del Progresso che aveva istituito nel 2012 e l’esclusione dalle elezioni politiche per vizi procedurali, aveva fondato un movimento politico su posizioni nazional-liberali, il partito Russia del Futuro. Navalny era stato arrestato diverse volte e sopravvissuto a vari tentativi di assassinio anche in precedenza.
Il presunto avvelenamento da novichok (una classe di potenti neurotossine sviluppate in Unione Sovietica e in Russia negli anni ’80 e ’90, ndr) del 2020, attribuito ai servizi segreti, aveva scosso l’opinione pubblica internazionale. Dopo aver ricevuto le cure in Germania, a gennaio 2021 era stato fermato al suo rientro in Russia e trasferito nella colonia penale di Kharp. Il resto, il mondo intero lo conosce. Ma sui tg nazionali, sembra che la notizia sia scomparsa, quando invece bisognerebbe parlarne ancora… ancora!
Massimo Scuderi