Si tratta di un’eccellenza tutta italiana. Bruno Marini, S.E.Gran Priore di Toscana della Confederazione Internazionale dei Gran Priorati Autonomi del Sovrano Ordine di Gerusalemme Osj Cavalieri di Malta, è a capo di Tuscania Group, l’azienda che da tanti anni si occupa della vendita di auto di lusso. Tra i suoi clienti personaggi del mondo della politica e dello spettacolo. Oltre ad essere un imprenditore di successo, Marini è un uomo appassionato, con quella spiccata dote di sensibilità che lo contraddistingue e il continuo desiderio di creare relazioni interessanti e positive, di quelle che fanno bene a sé e alla vita.
Noi lo abbiamo intervistato telefonicamente per conoscerlo un pò meglio
- Di quale settore si occupa e come si chiama la sua azienda.
Il mio principale lavoro consiste nella vendita di auto. Tuscania Group, questo il nome dell’azienda, ha 3 sedi ed una autofficina.
- Come nasce la passione per le auto?
Nasce da mio padre che era concessionario BMW; per lui nutro venerazione, l’ho sempre visto come un Dio. La prima auto la vendetti a 5 anni al mio pediatra, che mi visitò sulla scrivania dell’ ufficio di mio padre dopo aver firmato il contratto per una bmw 320 m60 nera. A lui dissi che non mi sarei mai fatto visitare da uno che viaggiava con una lancia beta/montecarlo.
Tuscania nasce dal fatto di essere molto legato alla mia Regione e ad una serie di considerazioni legate tra di loro, come il fatto di essere anche Gran Priore del Priorato autonomo della Toscana.
- Che tipo di mercato conosce l’azienda?
Ci occupiamo di auto di media/alta gamma e siamo specializzati nelle tedesche.
- Che genere di clientela tratta?
Ho una clientela di alta fascia, ma più che clienti i miei sono diventati amici. In sede ho fatto costruire un bar che potesse diventare un luogo di ritrovo oltre che di lavoro. I primi due mesi esposi un cartello con scritto ‘autoconsumo’, poi cambiato con ‘alto consumo’. Sono molto orgoglioso di questo tipo di rapporto con la clientela, che annovera anche personaggi importanti come imprenditori, artisti e politici.
- Quali sono stati i suoi maggiori successi e invece, se ce ne sono stati, momenti difficili?
Il maggior successo è stato quello del saper dire di no. Spiego meglio: mia madre ebbe un infarto cerebrale, dal quale solamente per grazia di Dio si è ripresa, senza alcuna spiegazione medica. Nel momento del risveglio mio padre mi prese da parte dicendomi di prendere le redini della concessionaria; avevo 18 anni e detto alla pistoiese ‘era troppo facile dire che sarei stato un ganzo se fosse andata bene o un bischero se non avessi avuto successo’.
Decisi quindi di iniziare per conto mio senza alcun aiuto e mio padre dette via la concessionaria. Avevo messo un po’ di soldi da parte perchè dai 14 ai 18 anni compravo i sì della Piaggio, li rimettevo a posto e li rivendevo guadagnando tanto; inoltre, erano gli anni d’oro della pallacanestro, ero un buon giocatore e questo mi aiutava ulteriormente. Ma i soldi erano pochi per acquistare tante auto, quindi per un anno e mezzo andai 5 giorni la settimana in Germania per prenderne una alla volta. Ricordo che quando arrivò la prima Bisarca con 8 auto (la più piccola era una Mercedes serie e) iniziai a tremare e a piangere come un bimbo piccolo.
Il Covid è stato un altro momento molto delicato, costato soldi ed affetti. Ma penso che dalla vita si debba cercare di apprezzare tutto, ecco perché il momento più brutto ( mia madre ) ha coinciso con quello che mi ha dato la forza di saper dire no e crescere in un istante. Penso che nella vita si reagisca per dolore o amore e che la forza di reazione al dolore sia molto più forte; io le ho vissute insieme e mi sento quindi un privilegiato.
- Qual è la condizione di salute del mercato delle auto in Italia?
Il mercato ha il grande difetto di non avere più parametri: puoi non vedere nessuno per 3/4 giorni e vendere 3 auto in un’ ora e questo rispecchia il momento storico che stiamo vivendo in generale.
Ma che quando va male, vada così!
Elena Grasso