Giacomo Caravello: il giovane talento con la vocazione per la cultura ristorativa

Elena Grasso
Elena Grasso - EG Communication
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Giovane, intraprendente, e con un’importante esperienza alle spalle. Lui è Giacomo Caravello, un’eccellenza tutta siciliana della cultura ristorativa che abbiamo incontrato per parlare del suo percorso lavorativo e dell’ambizioso progetto che è riuscito a realizzare nella sua Milazzo. Il ristorante Balìce, un gioiello incastonato nel centro cittadino, porta con sé la cultura di cui Giacomo è intriso: un approccio al cliente fatto di attenzioni e cura, qualità dei prodotti ed eleganti atmosfere.

Inizia presto Giacomo. Dopo aver provato a lavorare nell’attività di famiglia, rendendosi conto che non era il mestiere della sua vita, a ventiquattro anni decide di vendere l’auto e pagarsi un corso di cucina, alla Boscolo Etoile Accademy a Tuscania (Vt). Quattro mesi di intensa formazione seguiti da uno stage di cinque mesi a Padova dagli Alajmo, una delle famiglie più importanti della ristorazione mondiale.

Questo gli dà la possibilità sin da subito di fare parte della brigata stellata di Martina Caruso, Chef Patron del Ristorante Signum di Salina.

“Per me è stata una crescita costante – afferma. Ho iniziato come Commis di cucina, diventando poi Chef de partie e, infine, Sous–chef. Al Signum ho imparato il gusto, la ricerca del sapore; io ad esempio utilizzo molto poco sale nella mia cucina mentre preferisco il cappero che di per sé è un insaporitore.  Ho acquisito la consapevolezza dei prodotti. Si parte dalle ricette basilari della nostra tradizione per poi evolversi”.

E anche se sembra abbia bruciato le tappe Giacomo ha lavorato sodo, con coscienza e senza saltare alcuno step. Poi arriva anche il progetto Balice, ristorante rinomato nella città di Milazzo.

Il Ristorante Balice

“Dopo quell’esperienza così importante – continua ho sentito di avere in mano il mio lavoro e mi sono preparato a compiere questo passo. Non è stata una decisione affrettata. Faceva parte di un progetto di vita, volevo provare a vivere e lavorare nella mia città, Milazzo.

All’inizio c’è stata molta attesa e, soprattutto i primi due mesi, un grande riscontro. Dopo c’è stato un cambio di clientela dovuto al fatto che il mio ristorante ha la necessità di attingere dalla provincia, non solo per fascia di prezzo perché Milazzo ha già una buona proposta ristorativa. Da noi viene il cliente curioso, che esce un po’ dai canoni della ristorazione classica”.

La testimonianza di tutto ciò si trova nel fatto che al Balice non si parla di cucina, ma di cultura ristorativa.

Oggi trovo che si parli troppo di cucina e poco di ristorazione – dice Giacomo. In Italia abbiamo ancora poca cultura ristorativa, anche se siamo avanti con la cucina. Intendo quel desiderio di mangiare al ristorante godendosi la serata. Da noi la ristorazione viene vista ancora come un fatto elitario, cosa che in Francia non avviene”.

Godersi un piatto in un ambiente accogliente con camerieri professionisti, l’abbinamento vino – cibo, la musica. Non è un fatto di apparenza ma di pura esperienza.

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