Nel 2000, anno in cui vinsi il Primariato di Chirurgia Vascolare a Messina frequentavo anche Catania , città di origine della mia famiglia. Fu cosi’ che occasionalmente girovagando tra i rigattieri della città , trovai una opera del Pittore Mimmo Germanà ( Catania 1942—Busto Arsizio, VA, 1992 ) che ricordai di aver conosciuto da ragazzo durante gli anni del Liceo.
Mimmo Germanà appassionato di pittura sin dalla adolescenza partecipò giovanissimo ad un concorso estemporaneo di pittura , lo vinse , ed in quella occasione ebbe la possibilità di definire il proprio stile personale anticipando l‘Espressionismo Mediterraneo.

I colori brillanti e caldi dei paesaggi Siciliani sono i protagonisti delle sue opere, in cui appare fin da subito un profondo attaccamento verso la sua terra. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia nella Sezione ‘Aperto ‘80′, dove riesce a confrontarsi con importanti Artisti Italiani; tra questi, sotto la guida del Critico Bonito Oliva, il gruppo “Transavanguardia”. Di esso facevano parte Mimmo Paladino, Alessandro Chia , Francesco Clemente, Nicola De Maria ed Enzo Cucchi, ai quali si aggregò lo stesso artista. Fu un movimento nel quale, dopo i freddi anni 70 delle correnti Avanguardiste Concettuali, si ritornò alla ‘’figura umana” ed alla ‘’gioia calda” del colore .
Oltre a numerose mostre in giro per l’Italia , intensa fu l’attività espositiva dell’Artista anche all’Estero; tra le mostre più famose quella alla Gallerie Antiope France di Parigi (1983), alla Galleria Ferrari di Verona (1983), alla Galleria Barlach di Amburgo (1984), alla Biennale di Sidney (1984), alla Galleria la Bertesca di Milano (1985), alla Galleria Chifel di Genova (1985), Galleria Studio Kostel di Parigi (1987 ).
L’artista, le cui opere oggi sono conservate in numerosi Musei Europei e Americani, spiccò per la sua personalità complessa , anticonformista e tenace. I soggetti delle sue opere sono figure di donne dai caratteristici volti ovali ed incantevoli paesaggi che ripercorrono il clima Mediterraneo quasi a rievocare il Primitivismo di Paul Gauguin e la Pittura Onirica di Marc Chagall a cui il giornalista Sebastiano Grasso lo associò tanto da definirlo lo “Chagall Italiano”.
Dott. Brunello Puglisi